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La carriera da "eroe dell'antimafia" di qualcuno non sarà accresciuta dalla mia pelle

Riceviamo e Pubblichiamo

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E’ incredibile come la vita possa cambiare in pochi minuti, dando l’impressione che il mondo abbia improvvisamente iniziato a girare nel senso opposto. Ho appreso da un blog, Laspia.it, dopo decenni di onorata e onorevole attività da libero professionista e da incensurato, onesto e lontano da ogni tipo di ambiente criminale, di essere diventato un mafioso che frequenta i mafiosi, scrive ai mafiosi, si schiera con i mafiosi. Quando questa mattina mi sono alzato, come tutte le mattine, per andare a lavoro, ero un professionista noto e stimato in città. Sto andando a letto, sempre se ci andrò, con un’onta e una macchia che non si laverà facilmente, tacciato di una connivenza della peggiore specie e di accompagnarmi con pregiudicati di lungo corso. L’articolo, com’era facilmente prevedibile, ha fatto velocemente il giro del web, e da onesto cittadino che in passato il male lo ha conosciuto nella sua forma peggiore e lo ha combattuto a suon di denunce, mi sono ritrovato ad essere accusato di avere scritto (non si capisce dove, né quando, visto che non ho mai scambiato una sola parola, reale o virtuale che sia, con il sig. Lauretta) “gravissime calunnie” rivolte al Sen. Mario Michele Giarrusso e al giornalista pubblicista Paolo Borrometi. Si dice che è in occasioni delicate come queste che si scopre il vero volto delle persone e degli amici che ti circondano. Ebbene, il sottoscritto, in questa drammatica e improvvisa circostanza, ha scoperto anche il vero volto del Movimento Cinque Stelle di Vittoria, di cui faceva (e in teoria fa ancora) orgogliosamente parte. Passi per il Senatore Giarrusso che non mi conosce personalmente, ma anche la parlamentare regionale Ferreri ha scelto di bersi, senza mettere minimamente in discussione, questa storia non verificata e che lo sarà, spero molto presto, nelle sedi giudiziarie opportune. Non sono fiero di far sapere a tutti che dal 1992 al 2002 sono stato vittima di estorsione ed usura, e che ho lottato fianco a fianco con le forze dell’ordine per chiedere che giustizia venisse fatta. Non sono fiero di far sapere che mi è stata riconosciuta la legge 44/99 perché, da padre e marito discreto quale sono, non ho mai amato mettere in piazza le faccende private che riguardano me e la mia amatissima e onesta famiglia. Ma mi trovo costretto a farlo, per difendere una onorabilità alla quale tengo più della mia stessa vita e che, per ragioni ancora tutte da chiarire ma che sembrano avere il sapore di ripicche trasversali, mi è stata strappata. Io, Giovambattista Gulino, condannato senza appello e tacciato di vicinanza ai clan mafiosi, respingo fermamente ogni singola accusa, e grido la mia innocenza e la mia totale estraneità ai fatti contestati nel blog Laspia.it con queste poche righe che i mezzi di comunicazione mi mettono a disposizione, nella speranza che qualcuno voglia afferrare questo grido e farlo suo, aiutandomi nella condivisione. Non si può sparare a zero su un padre di famiglia incensurato, signor Borrometi! Non lo si può fare mai, tantomeno senza prove e tantomeno per avidità e antipatie personali. C’è di mezzo la reputazione non solo mia, ma anche della mia famiglia, una famiglia serena e felice, seppur tra mille problemi, solo fino a poche ore fa, e ora distrutta, senza motivo! Non auguro a nessuno di sentirsi chiamare al telefono dal proprio figlio (che è dovuto andare fuori, lontano dalla Sicilia per cercare di trovare un lavoro stabile e serio) per sentirsi dire “Papà, ma che hanno scritto? Sono matti?”. Come glielo vado a spiegare ad un ragazzo quello che, al momento, non capisco nemmeno io? Ringrazio con il cuore in mano quanti vorranno sentire l’altra campana, che è questa, la mia. E prometto che, fosse anche l’ultima cosa che farò, su questa storia verrà fatta piena luce. La carriera e l’immagine da eroe dell’antimafia di qualcuno non sarà accresciuta sulla pelle mia e dei miei cari.

                                                                                                                                                                                     Gulino Giovambattista

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