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Escluse quasi del tutto le attività artigianali, la Cna cittadina critica il piano degli aiuti predisposto dal Comune di Ragusa

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Si è riunito nei giorni scorsi il coordinamento comunale della Cna di Ragusa, alla presenza del presidente Santi Tiralosi e della responsabile organizzativa Antonella Caldarera, e con la partecipazione del presidente territoriale Cna Giuseppe Santocono. All'ordine del giorno l'esame del piano degli aiuti economici predisposto dall’Amministrazione comunale di Ragusa: infatti l’ente di palazzo dell’Aquila ha annunciato di avere individuato somme pari a 630mila euro per sostenere le imprese e le famiglie in questa drammatica fase di emergenza economica. “In realtà, di queste risorse economiche – sottolinea il presidente Tiralosi – soltanto 380mila euro sono stati destinati per l’assegnazione di un ristoro diretto alle imprese. Bisogna dire che nel corso della nostra riunione sono emerse una serie di riserve rispetto a quanto deciso dall'amministrazione comunale. La prima riguarda il metodo: né la Cna né, a quanto è dato sapere, le altre associazioni di categoria, a parte un incontro iniziale in videoconferenza, al quale non è stato dato seguito, sono state coinvolte, seguendo una prassi di concertazione, nella definizione dei passaggi cruciali. Avremmo voluto fornire più spunti, avremmo voluto indicare altre soluzioni, ma, ancora una volta, è stato scelto di muoversi in maniera autonoma, senza l’esigenza di sentire dalla viva voce delle associazioni che rappresentano le imprese quali erano e quali sono le reali necessità legate a un rilancio che in questa delicata fase diventa più che mai necessario”. L’altro aspetto ha a che vedere con il merito. “Condividiamo pienamente il fatto che nelle previsioni per i ristori – aggiunge la responsabile organizzativa Caldarera – siano state incluse le imprese del settore commerciale e turistico nonché i taxi e gli Ncc. Non comprendiamo tuttavia come possano essere state quasi del tutto escluse, invece, le attività artigianali. Ad esempio, nulla è stato previsto per parrucchieri ed estetiste e per altre categorie che negli ultimi mesi hanno sofferto in modo particolare. In più, le somme stanziate possono considerarsi assolutamente esigue per un Comune come Ragusa, specie se raffrontate con quelle individuate da altri Comuni della provincia di Ragusa e che, certo, non navigano in condizioni finanziarie accettabili come quella del Comune capoluogo. Ecco perché il coordinamento della Cna di Ragusa ha espresso le proprie perplessità rispetto alle scelte fatte dalla Giunta municipale che non consentiranno certo di aiutare in maniera concreta e sostanziale le piccole e medie imprese artigianali, e possiamo assicurare che sono parecchie, presenti sul nostro territorio”.

Tra l’altro, l’associazione di categoria non ha avuto modo di illustrare quali avrebbero potuto essere le misure più adeguate allo scopo di fornire risposte in tale direzione nell’ottica di una auspicata ripresa dello sviluppo economico locale. “A questo punto - propone il presidente Tiralosi - chiediamo un incontro urgente al sindaco e all’Amministrazione comunale per confrontarci sul merito delle proposte avanzate e per arrivare ad una condivisione più ampia delle misure da adottare”. “La concertazione – commenta il presidente territoriale Santocono – in una fase così complessa è tutto. Dispiace che ci siano Amministrazioni comunali che ritengano di metterla in secondo piano. E, purtroppo, le scelte venute fuori testimoniano che le preoccupazioni ventilate dalla nostra associazione di categoria sono assolutamente fondate e hanno motivo di essere. Ancora oggi ci chiediamo, ad esempio, perché con riferimento ai fondi ex Insicem, anziché tenere in naftalina non meno di tre milioni di euro e anziché destinare altri due milioni e mezzo all’indirizzo di astruse operazioni finanziarie che già nel passato hanno dimostrato di non essere appetibili per le imprese, non sia stato stabilito altrimenti per aiutare le imprese, tra l’altro naturali destinatarie di queste risorse. Auspichiamo sempre che possa esserci una inversione di marcia per ristabilire la valenza di percorsi che, in momenti storici del genere, devono essere assolutamente condivisi da tutte le parti in causa”.

 

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