Ragusa non dimentica, anzi vuol ricordare e lasciare il testimone alle generazioni future che di femminicidio non bisogna più morire.
E’ una città tranquilla quella che si sveglia lo scorso anno l’11 ottobre del 2018 e scopre che Maria Zarba, madre e nonna esemplare è stata uccisa in casa propria. Ragusa si scoprirà città ferita ed offesa da un brutale, quanto inspiegabile, gesto d’odio.
Per quel violento omicidio sarà condannato il marito, Giuseppe Panascia, che aveva dichiarato di avere lasciato la donna in vita. Telecamere di videosorveglianza, testimonianze di parenti e vicini e le macchie di sangue però hanno permesso di ricostruire la vicenda e arrestare il marito della donna contro il quale si sono costituiti contro anche i figli.
Maria sarà ricordata oggi 11 ottobre, alle 17, al Centro Polifunzionale Interculturale di viale Colajanni alla presenza dei figli e dei nipoti. Sarà data lettura di una accorata lettera che i suoi cari le hanno dedicato:“È stata una Grande Mamma” – “E’ stata una Grande Nonna” – “Ma soprattutto, era una Grande Donna”.
Alle 19 seguirà la proiezione del documentario “Anche io vado a scuola” – un video-inchiesta che racconta le difficoltà di chi vive nelle campagne tra il mare di serre ipparino. Luoghi lontani dalle istituzioni, non solo fisicamente, e popolati da famiglie spesso di origine straniera. Storie di bambini che vivono ai margini della società e sognano di restare in Italia.
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