Si è svolta ieri pomeriggio la conferenza stampa tenuta dal Meetup storico M5S di Vittoria. L’assemblea svoltasi presso la sala Avis , accolta da simpatizzanti, sostenitori, curiosi e cittadini comuni è stata diretta dall’interlocutrice principale Irene Nicosia, ex sostenitrice del Movimento, avendo aderito da tre anni e persona fortemente impegnata nell’ambito della legalità in quanto socia fondatrice prima e segretaria poi dell’Associazione Antiracket di Vittoria.
Non solo, sarebbe il candidato a sindaco molto discusso -ultimamente- dal Movimento. Con una lettera Irene Nicosia spiega alla stampa, e rivolgendosi alla città, esprime le sue considerazioni sulle scelte intraprese dalla stessa e da alcuni componenti del meetup. “Irene era certa di trovare nel Movimento ”il luogo perfetto dove politica e impegno civile trovavano reciproco completamento e potevano diventare realtà”.
Parole di profonda riflessione considerato che l’imprenditrice vittoriese essendo esponente dell’associazione Antiracket è dovuta rimanere nell’ombra rispettando lo statuto della FAI mediante il quale non doveva identificarsi come esponente di un partito politico. Parole di amarezza nel considerare il Movimento 5 Stelle:
“La grande delusione: veder trasformare il 5 stelle da movimento rivoluzionario e fine a se stesso e al mantenimento dello status quo. Io e gli altri attivisti del meetup di Vittoria non possiamo condividere questa mutazione. Noi vogliamo incidere positivamente sulla realtà locale non a parole ma coi fatti. Noi vogliamo unire la parte buona della città, quella che non ha mai fatto politica, quella stanca di soprusi.” Una lunga riflessione che ripercorre le tappe dolorose ad esempio, della sindaca di Quarto abbandonata nonostante abbia sfidato la camorra; il sindaco di Bagheria pronto a sfidare le calunnie sempre in solitudine…e “in tutto questo stride l’assenza dei portavoce.”
Irene Nicosia punta l’indice sulle responsabilità che alcuni portavoce, non si sarebbero assunti responsabilità a dovere: “I nazionali e i regionali appaiono solo quando si tratta di prendere applausi ma, quando gli attivisti in difficoltà chiedono aiuto, svaniscono come neve al sole, anzi, tra un’accusa di collusione mafiosa ed una di indegnità sono rimasti lontani e ben nascosti; le nostre mail sono fastidiosi, spam da eliminare. Che senso ha un movimento politico che abbandona i territori?” La nostra adesione al Movimento era entusiasta perché credevamo in una politica trasversale priva di istruzioni dettati dai segretari dei partiti e ora l’amara constatazione “di non voler far parte di un grande bluff!” Così usciranno con dignità in virtù della serietà e coerenza valori indissolubili di cui sia Irene sia il gruppo che l’ha sempre sostenuta, ne fanno parte. “Onestà, legalità, trasparenza devono essere attuate…Il M5S era quello dell’uno vale uno invece si assiste a una caccia alle streghe, un clima in cui ci si permette, addirittura, di accusare gli attivisti di fiancheggiare boss mafiosi, calpestando l’impegno di chi ha messo la faccia proprio per combattere il racket!” E’ sempre complicato abbandonare un movimento o un partito politico in generale. E’ una parte di te che se ne va. E’ una delusione forte perché ci si spende in nome di ideali e, quando eventi del genere accadono in modo repentino, ti senti travolgere da una valanga inutile di accuse infondate e di sordi silenzi che fanno più male.