Le recenti dichiarazioni della signora Ferreri sulla Diga mi richiamano alla mente fatti e personaggi di miei antichi e recenti studi. Oggi di scottante attualità. L’ex On, defenestrata dal popolo grillino più per la sua inconsistenza politico-culturale che per la ossessiva guerra al Sindaco Raffo, spalleggiata da alcuni patetici personaggi “in cerca d'autore” si affida ai social netwoork per dire al mondo che ancora esiste.
Raffo alla sbarra, perché ha conquistato una Diga! Gratis. Unico Sindaco d’Italia. Ma non è finita. La Ferreri asserisce di avermi denunciato a causa di un Milione di Metri cubi di acqua della Diga, che puzzava di “carpa e tinca”. Anche “la Magistratura, ella dice, ha stabilito che l'acqua della diga del Ragoleto era pronta per essere distribuita nelle case”. Non dice, però, alla Magistratura che c’è un Potabilizzatore, comprato con un Mutuo di quasi un Milione di Euro e abbandonato, con gravissimo danno per le Casse del Comune e dei cittadini. Di questo tutti tacciono. Come tacciono che noi l’abbiamo riportato in vita per l’acqua della Diga
Ma c’è dell’altro: il Milione di Metri Cubi! Io non mi fido della mia logica e chiedo lumi ad un giovane ingegnere. Da un idrante escono mediamente 12 litri di acqua al secondo. Possono scendere anche a 8/9 per vari motivi. Noi siamo a circa 5 Km dal collettore. Quindi escono non più di 10 litri d’acqua al secondo. Cioè 36 metri cubi l’ora. Cioè 864 metri cubi in 24 ore. Ergo, per un Milione di Metri Cubi ci vogliono 27.777 ore. Cioè 1.157 giorni. Orbene, la condotta è stata aperta per 10/15 minutied era già piena dell’acqua della ditta Giudice, a tal uopo interrotta per consentire la nostra prova tecnica. Mai l’acqua della diga è arrivata nel serbatoio del Comune.
Povera Acate e povera Sicilia! L’ex onorevole ha perso un’occasione storica: doveva fare tesoro del mio lavoro nelle varie sedi istituzionali e, soprattutto, con l’ENI e intestarsi a Palermo la battaglia dell’acqua “Bene pubblico”. E lasciare in pace le carpe. E il sottoscritto. Invece, da buona “webeta”, ha scelto la preda facile e il delirio di onnipotenza.
Umberto Eco mitica la mia amarezza, quando mi ricorda che in questa Società, dominata ormai dai “Webeti”, si assiste alla crescita esponenziale del Cretinismo. Cioè di una infinita schiera di “imbecilli tuttologi”, abili sul web e convinti di sapere tutto e di poter convincere tutti con la loro “violenza verbale e insulti” e qualche algoritmo.
Da ciò la mia provocazione della nuova Filosofia del Nullismo.
La vicenda della Diga si colloca al di là delle meschinità locali e assume una dimensione nazionale: si è trattato di una Vittoria storica, perché abbiamo affermato e dimostrato a tutta l’Italia che l’acqua è un “Bene Pubblico”, che ci dà “Dio e la Natura”. Questo è stato lo slogan vincente. Prima di lasciare il Governo della città il Potabilizzatore ci consegnava un’acqua limpida e “profumata”, anche se ancora non del tutto potabile. Ma pare che i nuovi Amministratori, anch’essi animati da spirito demolitore, abbiano abbandonato il potabilizzatore alla mercè della ruggine e lasciata l’acqua nella Diga. Meglio Sicilia Acqua! Di cui, dopo i trionfalistici proclami, non si è visto nulla.
In verità il problema politico e amministrativo è molto grave. Oggi regnano la mancanza di cultura, l’improvvisazione, l’ignoranza dell’arte politica, lo scarso impegno, la latitanza dei politici.
Ne hanno avuto piena consapevolezza i Romani, dopo la cacciata di Tarquinio il Superbo. Nella Roma repubblicana il Senato non assegnava gli incarichi al primo arrivato, ma a personaggi noti, ricchi di esperienza e competenze, maturate nel corso degli anni.
Dovevano possedere un lungo e onorato Cursus Honorum.