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M5S Vittoria "Siamo pedine di un gioco molto più grande" ...giocato a Palermo

Gli Attivisti del Meetup storico "parlano": "Rimarremo qui"!

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Un’attenta e composta assemblea in una sala gremita di simpatizzanti, curiosi ed esponenti di altre forze politiche, e quasi tutta la stampa locale presente. Si è svolta nella sede di via Garibaldi a Vittoria, la Conferenza stampa del Meetup Vittoria-Scoglitti, una conferenza tanto sofferta ed attesa. Il M5S ha sottolineato i punti salienti di tutta la vicenda che, a seguito della pubblicazione di un articolo de “La Spia” li ha resi protagonisti di una “serie di ripercussioni sgradevoli e spiacevoli”. Un incontro con la stampa che ha avuto lo scopo di chiarire, una volta per tutte, una vicenda che ha suscitato non poche polemiche nel territorio vittoriese, lo stesso territorio che, forse, avrebbe voluto e visto nel M5s un nuovo volto della politica da cui farsi rappresentare. “Ciò che era legato ad una questione interna al gruppo, è diventata calunnia pubblica, al punto di associare il nome di un malavitoso a quello di un noto politico vittoriese e di indicare come fiancheggiatori mafiosi gli attivisti che non si fossero piegati alle indicazioni che venivano dall'alto.” Queste le affermazioni del gruppo molto provato, e sconvolto nell’obiettivo di voler rappresentare “la “casa” nella quale le idee di liberi cittadini potessero essere realizzate, in condivisione con la cittadinanza, tutta, evitando, come accade nei partiti politici, l'intromissione di chi riveste un ruolo istituzionale”. Gli attivisti hanno voluto esprimere lo stravolgimento dei loro obiettivi e allo stesso tempo quello che era la libertà di pensiero ora è “sopraffatta dall'assenza di taluni e dalla intromissione di altri che, come da regole del M5S, avrebbero dovuto accettare le scelte della maggioranza degli attivisti.” Un’amarezza ripercorribile nell’uso continuo di termini che richiamano alla “cattiveria, arrivismo e debolezze di alcuni, a danno di altri, agendo in modo subdolo arrivando a creare danni che si sono trasformati in danno alle persone”. Dichiarazioni supportate da prove in loro possesso e messe a disposizione di tutti, magistratura inclusa. La proposta di espulsione di attivisti il cui torto è riconducibile solo nell’aver posto delle domande, nel 2014. Una delle dichiarazioni più sconcertanti- tali da alludere ad azioni di ricatto e che ha suscitato, ormai, non più stupore è l’aver appreso che “tutti gli attivisti, anche quelli non a conoscenza dei fatti accaduti, sono stati costretti a firmare, intimiditi dalle minacce di espulsione e denuncia da parte del senatore Giarrusso, che ha usato il potere conferitogli dalla sua carica istituzionale per intimidire gli attivisti. Il documento, proposto in forma anonima, è stato reso valido dalle firme in calce, apposte sia dagli attivisti che avevano interesse a firmarlo sia da chi lo ha firmato perché intimidito, diventando così, tutti costoro firmatari, i proponenti il documento.” Tuttavia, il M5s ha ritenuto opportuno informare i portavoce nazionali e lo stesso Grillo, attraverso il blog e continueranno a svolgere, il loro lavoro, “coerenti con il pensiero del M5S: onestà al governo dei popoli” prendendo le distanze “da quei portavoce che hanno avallato e sostenuto il comportamento degli attivisti che hanno provocato l'ennesima spaccatura, recando gravissimo danno all'immagine del Movimento e altresì, non accogliere più tra di noi gli attivisti che si sono resi responsabili di tale azione.”

Alessandro Occhipinti, attivista:

“Siamo qui per affermare la nostra libertà nell’esprimere al Movimento quello che il Movimento effettivamente dovrebbe essere e cioè che ogni attivista vale uno.”

Che cosa è accaduto?

“Quello che è accaduto è una grave intercessione da parte di persone che non dovevano entrare nel merito della situazione e che hanno creato la spaccatura, ulteriormente, com’è successo già in passato che però questa volta è definitiva e quindi, adesso, daremo tramite questa conferenza, la nostra risposta perché al momento nessuno ha ascoltato nessuno di noi.”

La risposta in cosa consiste?

“Consiste nell’affermare la nostra libertà nel dover esprimere anche domande e affermazioni che riguardano sia il Movimento che la vita stessa all’interno dell’attività. Noi abbiamo cercato più volte di portare democrazia dentro il Movimento ma non ci siamo riusciti.”

Secondo voi, perché si è arrivati a tale rottura fra i due Meetup?

“Io penso che, come alcuni attivisti pensano, ci sono state delle richieste da parte di soggetti esterni al Meetup che hanno influenzato gli attivisti sia nuovi che vecchi e che quindi non hanno permesso al Meetup di portate la democrazia che volevamo.”

Irene Nicosia, attivista

“Una cosa è certa: noi siamo pedine di un gioco molto più grande, giocato a Palermo e con personaggi ben più importanti di noi che crediamo negli ideali del movimento che, in definitiva, sono i nostri di persone libere e laiche, alcuni si sono prestati, personaggi in cerca d'autore, altri no è strano, comunque, che del gruppo dei duri e puri facciano parte persone nutrite da pane venuto dai posti di lavoro dati dal comune e loro parenti : il gruppo dei duri e puri, infatti, è costituito da tutti i nuovi entrati, portati dentro il m5s senza nessun periodo valido a passare da simpatizzanti ad attivisti, ma contattati via chat private per veicolare i voti verso un candidato piuttosto che un altro e quando un attivista ha mostrato la trascrizione della chat, siamo stati dei signori a non buttarli fuori, quando c'erano, lì sì, i presupposti per essere espulsi per indegnità, visto che hanno utilizzato i metodi di qualsiasi partito, quei partiti tanto vituperati ma così fedelmente imitati quando serve.”

Una cosa è certa, la querelle continua...e ha il sapore amaro per i tre attivisti "segnati" da un marchio a 5 stelle, una lettera scarlatta che speriamo si dissolva e torni laddove non esiste spazio che per la "libertà" di parola e a questo punto "di spiegazioni".

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