Abusava di una ragazzina di 16 anni, di origine nigeriane, e la faceva prostituire, ottenendo denaro: è finito così in manette un libico di 32 anni, Ramzi Mohammed Ali, con l’accusa di riduzione in schiavitù, prostituzione minorile e violenza sessuale. L’uomo, secondo quanto emerso dalle indagini, suscettibili di ulteriori sviluppi operativi, avrebbe mantenuto la giovane donna in uno stato di soggezione continuativa dal luglio 2016 fino ad oggi, abusando di lei e costringendola a prostituirsi in territorio di Acate: gli episodi di violenza sessuale da parte del 34enne avvenivano giornalmente e, per procacciarsi denaro facile la faceva prostituire, sia con cittadini italiani che di origine straniera, inducendola ad avere numerosi rapporti quotidiani. Il denaro corrisposto per ogni prestazione veniva poi interamente consegnato dalla nigeriana al suo aguzzino che, se i guadagni non raggiungevano le sue aspettative, non disdegnava di picchiarla e di minacciarla gravemente. L’attività investigativa, frutto di una segnalazione al 112, ha permesso di porre immediatamente fine all’incubo della 16enne che, ora, si trova in un luogo protetto per essere poi trasferita in un centro per donne minorenni. Il libico, invece, è stato sottoposto a fermo di polizia giudiziaria per le gravi responsabilità emerse a suo carico e, al termine delle formalità di rito espletate presso la caserma di via Galileo Galilei, tradotto presso il carcere di Ragusa, a disposizione del Sostituto Procuratore presso il Tribunale ibleo, dott.ssa Giulia Bisello, per i provvedimenti di competenza. Sono tuttora in corso accertamenti da parte degli inquirenti finalizzati ad approfondire ancora alcuni aspetti meritevoli di attenzione.