Sgominata dalla Polizia di Stato un’associazione a delinquere che operava in tutta la Sicilia.
Scoperti furti, commessi, in poco più di tre mesi, da 13 uomini e una donna, tutti rumeni, per quasi un milione di euro ai danni di concessionarie, negozi di elettronica, impianti fotovoltaici e tabaccherie di tutta la Sicilia.
Sono state rinvenute dalla Polizia di Stato oltre 30 auto rubate a concessionarie e privati; non solo, sventati 12 furti, arrestati 10 criminali in flagranza di reato e denunciate 14 persone per diversi reati.
Nel frattempo, catturata anche una latitante rumena, familiare di uno dei membri dell’associazione. Arrestati dunque, su provvedimento del Pubblico Ministero, Francesco Puleio, della Procura della Repubblica di Ragusa, diretta da Carmelo Petralia: Costel Balan, detto Bush, ventiquattrenne; Ilie Alexadru Corodeanu, detto Sandi, ventitreenne; Ionut Petrinel Hagiu, trentunenne, detto Petrin, Bogdan Lacatus, detto Bobi, trentenne; Iulian Moise, detto Mitru, trentaseienne; Marin Marcel Nedelcu, ventinovenne; Mihaela Plesea, ventinovenne; Alexandru Ionel Roman, trentenne; Flori Stoian, venticinquenne e Cristian Zanoaga, detto Cristi, ventunenne.
Il gruppo era responsabile, inoltre, del colpo al gruppo Inventa di Pozzallo, commesso nel novembre 2015 che ha fruttato circa 100.000 euro.
L’associazione a delinquere era dedita alla commissione di furti di ogni tipo come gli impianti fotovoltaici e le concessionarie auto con il fine di rubare SUV da utilizzare come arieti per sfondare vetri blindati di tabaccherie e negozi di elettronica.
Sono stati tutti rintracciati a Catania, grazie ad intercettazioni telefoniche ed ambientali tramite la collaborazione della Squadra Mobile etnea e del Commissariato di Comiso in merito ai furti ai danni di impianti fotovoltaici ricadenti nel territorio comisano.
Da notare l’agilità , dopo aver eseguito i furti nelle concessionarie e appena individuate le auto con le chiavi inserite nel quadro di accensione, tutti salivano a bordo dell’auto ed uno tagliava con il flex il cancello per poi fuggire.
Più volte sfuggiti alle Forze di Polizia sono considerati soggetti pericolosi. Si ricorda una vicenda coinvolta una povera anziana colpita con un pugno sul volto perché incuriosita e preoccupata dai rumori del flex, usato per scassinare una tabaccheria.