Si torna a parlare della scomparsa di Maria Di Martino, avvenuta il 22 febbraio di 10 anni fa e per il quale c’è alla sbarra, davanti alla Corte d’Assise di Siracusa, il genero Giuseppe Maurici. Si è sempre ritenuto che il corpo della stessa fosse stato occultato dopo l’omicidio, anche a causa della scomparsa di un’ingente somma di denaro e il cadavere è stato cercato in diversi territori ma mai nella casa dell’imputato. Il processo è ancora in corso e proprio ieri si è celebrata una delle tante udienze che vedono Maurici imputato per il reato di omicidio volontario ed occultamento di cadavere. Le indagini della Squadra Mobile, nel trattare il “cold case”, si sono concentrate in questi giorni nella casa di Maurici a S. Croce Camerina, in quanto le ultime notizie facevano sospettare che l’uomo, all’epoca dei fatti, avesse occultato il cadavere nelle fondamenta della casa in costruzione di sua proprietà.
Allo scopo di riscontrare e quindi verificare i sospetti degli investigatori, poche settimana addietro, si appurava che qualche giorno dopo la scomparsa della donna, il genero acquistava diversi metri cubi di cemento, elemento che, stante la tragicità degli eventi occorsi, appariva alquanto anomalo. Maurici, inoltre, sin dai primi atti investigativi appariva come uno dei probabili responsabili della scomparsa della donna, difatti è stato rinviato a giudizio ed oggi è imputato. Alla luce delle nuove informazioni assunte dalla Squadra Mobile di Ragusa, la Procura della Repubblica ha delegato gli Ufficiali ed Agenti della Polizia di Stato in servizio presso la Questura di Ragusa, il Servizio Polizia Scientifica di Roma e le Unità Cinofile Molecolari di Palermo alla ricerca nella casa dell’imputato Maurici di tracce di resti umani. Gli investigatori, per ben tre giorni hanno dunque utilizzato speciali strumentazioni della Polizia di Stato per “radiografare” le strutture della casa sita a S. Croce Camerina, comprese le fondamenta, per poi ispezionare i luoghi con i cani molecolari addestrati alla ricerca di resti umani.
Le ricerche hanno permesso alla Squadra Mobile di acquisire importanti elementi che potrebbero fornire novità rilevanti ed utili. Alcuni reperti sono stati inviati al servizio di biologia della Polizia Scientifica per appurare se ciò che è stato sequestrato può essere attinente alle indagini. I risultati saranno consegnati a breve, considerato che il processo a carico di Maurici è tutt’ora in corso.