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Servizio idrico a Ragusa, il sindaco Piccitto vada a ricevere gli utenti arrabbiati

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Dovrebbe starci il sindaco in persona a gestire le file di cittadini arrabbiati che ogni giorno si recano al Comune per lamentarsi delle bollette idriche. Forse così si renderebbe conto di quanti disagi ha causato ai ragusani la sua amministrazione con l’aumento del canone idrico. Senza contare, poi, che in questi giorni abbiamo visto cartelle idriche che superano i 2mila euro. Assurdo. I dati noti nel 2015 (quindi relativi all’anno prima) mostravano una situazione nazionale con una media poco più alta di 300 euro e, nel 2013, a Ragusa si pagavano circa 240 euro l'anno. Come ci si è arrivati a bollette da oltre 2mila euro in così poco tempo? Piccitto è riuscito a battere ogni record: Ragusa è più costosa delle città toscane di Grosseto, Siena e della stessa Firenze. Anche nella città natale di Dante Alighieri l’acqua si perde nel sottosuolo, ma la gestione del servizio idrico è in parte privata e qualcuno potrebbe pensare alla ricerca del profitto senza scrupoli. A Ragusa, invece, abbiamo solo un’amministrazione incompetente che improvvisa atti e regolamenti, che non pensa alle conseguenze delle proprie azioni. Insomma, i ragusani sono amministrati da inesperti – e si vede – che non sono neanche disposti al confronto. Fortunatamente non siamo gli unici a sostenerlo e le critiche vengono anche dall'interno della stessa maggioranza. Se Piccitto non crede alle nostre parole, davvero, vada di persona a ricevere i ragusani all’ufficio idrico o a quello dei tributi. Sarebbe una buona dimostrazione di responsabilità, oltre che di coraggio.

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