Sabato scorso, abbiamo inaugurato al Castello una personale, cioè una mostra, di un giovanissimo artista di Acate. Una settimana prima, sempre al Castello, un brillante giovane scrittore (ragusano) ha presentato la sua prima fatica intellettuale, 15 gg prima un altro, e ancora prima, sempre al Castello, abbiamo ospitato il maestro Barbagallo, insieme ad altri fotografi affermati …e pittori. Il Castello è diventato meta preferita di artisti e visitatori provenienti da tutte le parti della Sicilia, e non solo, cioè un luogo privilegiato della cultura e di quanti promuovono la crescita culturale e artistica della nostra terra e concorrono ad alimentarne il meraviglioso patrimonio storico e culturale. Nello stesso tempo, purtroppo, registriamo una delle crisi più gravi dal Dopoguerra ad oggi, con migliaia di famiglie nella disperazione, aziende in fallimento e un tasso di disoccupazione ormai insopportabile. Tutte le Istituzioni vivono momenti difficili. La Provincia di Ragusa recentemente ha comunicato che da domani sospenderà tutti i servizi…. anche ai disabili, ecc. Il Comune di Acate non è di meno, infatti vive momenti difficilissimi, come più volte ho avuto modo di scrivere e documentare. Tanti altri Comuni vivono gli stessi problemi. Solo Ragusa ride e vi dirò perché. Perché vi leggo questo bollettino di guerra? Mi rivolgo ai miei, soprattutto, e ai dirigenti politici di Acate, a tutti i Partiti, ripeto partiti, non bande improvvisate. Ai Miei dico: siete persone responsabili e intelligenti, più coraggiosi, perché al fango, alla aggressione verbale, e non solo, al tradimento scegliete il coraggio di esserci e di lavorare tra mille difficoltà per la comunità acatese, che non merita di essere rappresentata da questa ciurma di disperati inconcludenti. Voi avete scelto di metterci la faccia e di non fuggire di fronte alle difficoltà e a scelte spesso dolorose e/o impopolari. Siamo chiamati a scegliere tra il passato e il futuro, tra chi vuole costruire e chi mira a distruggere tutto, tra la politica del pugnale e la politica della proposta. La campagna elettorale è finita e non mancherà tempo per portare alla sbarra grillini e traditori. Non mancherà tempo. Ora è il tempo della responsabilità: ce lo chiede la nostra gente, ce lo chiede la nostra coscienza, ce lo chiedono i tanti imprenditori disperati, quelli che hanno scelto anche la morte, i nostri disoccupati, i nostri anziani che non hanno i soldi per le medicine, i tanti giovani che fuggono (circa 100.000 l’anno). Mettiamo all’angolo i pettegoli, parecchi dei quali fanno bella vita e hanno “i panzi chini”, anche grazie ai loro nonni e padri che per una vita hanno mangiato terra. Iniziamo a dialogare con i responsabili politici, con le organizzazioni che vogliono lavorare per il bene della nostra comunità. A loro, che al di là delle diversità, hanno mostrato senso di responsabilità e rispetto delle Istituzioni, evitando di scendere nella corrida del fango e dell’oltraggio continuo, lanciamo questo messaggio: incontriamoci e dialoghiamo, perché la posta in gioco è altissima e riguarda tutti; in ballo c’è la vita di tante famiglie, il futuro della nostra e di migliaia di comunità e di tanti giovani che, come accennavo prima, in 100 mila ogni anno già lasciano la Sicilia e il Sud. Mettiamo da parte le provocazioni e sui grandi temi della politica e dell’economia costruiamo un percorso comune, evitando di andare alla ricerca di colpe e responsabilità. Appare superfluo ricordare che i nostri impiegati non prendono lo stipendio e lavorano lo stesso, i nostri operatori della raccolta differenziata da mesi non prendono un Euro e lavorano con grande senso di responsabilità e quotidianamente inseriscono Acate fra i Comuni eccellenti. Ai dirigenti dei Partiti e alle Organizzazioni di categoria chiediamo intanto di elaborare una strategia comune con tutte le istituzioni comunali e regionali e di ritrovarci uniti il 14 di marzo, giornata di mobilitazione a difesa del lavoro, dell’agricoltura e della Sicilia, a rivendicare la dignità della nostra terra e dei nostri lavoratori.