La programmazione dello sviluppo turistico della Sicilia è da sempre avvenuta, da parte della nostra classe Politica, senza porre la dovuta attenzione alla condizione di insularità che contraddistingue la nostra Regione. In particolar modo, una Regione insulare sconta, rispetto alle aree continentali, un gap competitivo, che solo guardando all’elemento mare come reale risorsa e non come fattore di isolamento, è possibile superare. Al riguardo, in Sicilia, diviene quanto mai necessario intervenire in materia di demanio marittimo, allo scopo di ridefinire il sistema di regole che, fino ad oggi, ha disciplinato la fruizione delle nostre coste. Nevvero che in termini di performance turistiche del settore balneare, che separa la nostra Regione da altri territori, che pur non possedendo il nostro stesso potenziale turistico, conseguono risultati più favorevoli dei nostri. Tra le tante spiace riconoscere che la Sicilia è l’unica Regione al mondo che vieta l’accesso, addirittura il transito, la sosta e il bagno a mare agli animali di affezione ad esclusione dei cani di salvataggio al guinzaglio e i cani guida per non vedenti. Quanto sopra ai sensi del comma 3 art. 3 dell’Ordinanza Balneare D.D.G. numero 476 del 2007, emessa dall’Assessorato Regionale del Territorio e Ambiente di Palermo. Un divieto, oserei dire, inopportuno ma soprattutto discriminatorio e lesivo atteso che gli animali non hanno alcuna colpa nella volontà di causare danneggiamenti igienici alle nostre coste, posto poi che il turista, con il proprio cane, dovrà privarsi di accedere nelle spiagge per non lasciare il suo fedele amico a quattro zampe causando, anche, una perdita economica nelle casse delle strutture ricettive esistenti che non possono accogliere ne l’animale ma soprattutto il suo padrone. Un divieto che può essere anche causa d’incitamento ad abbandonare l’animale pur di andare al mare. Sarebbe più opportuno, invece, consentire l’accesso, il transito, la sosta e il bagno a mare anche agli animali di affezione, ovviamente, con le dovute regole e precauzioni, garantendo, così, la libertà di scelta e non un divieto e in questo modo offrire un turismo balneare d’eccellenza. Si fa un gran parlare di turismo in Sicilia, tuttavia, è un vero paradosso che il turismo balneare, in una Regione in cui il sole e il mare ci vengono da tutti invidiati, debba trovare nei politici indifferenza, insensibilità , pigrizia e assenza di un disegno di rilancio del settore.