La Polizia di Stato continua ad impegnarsi nella prevenzione e repressione dei reati, con particolare
attenzione ai delitti contro la persona e ai delitti di codice rosso, nell’ottica di tutelare le vittime di
violenza.
Nei giorni scorsi il personale del Commissariato di P.S. di Comiso ha eseguito la misura cautelare
del divieto di avvicinamento alle persone offese ed ai luoghi da loro frequentati con applicazione
del braccialetto elettronico a carico di un comisano del 1987, ritenuto responsabile dei reati di
maltrattamenti in famiglia in forma aggravata, porto di oggetti atti ad offendere e lesioni aggravate
nei confronti della ex moglie, aggravati in quanto commessi in presenza dei figli minori.
Nello specifico, gli Agenti della Squadra Volante, a fine ottobre, intervenivano per lite in famiglia,
in quanto la richiedente rappresentava di essere stata minacciata di morte da parte dell’ex marito, di
indole violenta e geloso per la nuova relazione sentimentale.
La persona offesa nella denuncia nei confronti dell’ex marito, ha riferito che dopo la fine della loro
relazione sentimentale, avvenuta nel giugno 2024, era stata maltrattata e costretta a subire una serie
di condotte di violenza fisica e verbale e ad un regime di vita oggettivamente vessatorio
incompatibile con le normali condizioni di vita.
In un episodio era stata aggredita ricevendo lesioni personali consistite in escoriazioni multiple,
giudicate guaribili in 20 gg.
Inoltre, la vittima riferiva che l’ex marito nell’ultimo periodo era solito appostarsi in macchina nel
cortile della sua abitazione, al fine di monitorare tutti i suoi spostamenti, motivo per cui la stessa
temeva per l’incolumità non solo sua ma anche del compagno e dei figli.
Alla luce di quanto emerso gli investigatori del Commissariato avviavano un’accurata attività di
indagine e avendo motivo di ritenere che l’indagato potesse detenere illegalmente armi procedevano
d’urgenza ad effettuare perquisizioni presso la sua abitazione e ai due veicoli in uso allo stesso,
rinvenendo n. 2 accette, n. 1 coltello a serramanico, n. 1 picozza e n. 1 spranga in ferro, che
venivano poste sotto sequestro.
Veniva richiesta d’urgenza all’Autorità Giudiziaria competente la valutazione di un’adeguata misura
cautelare finalizzata a tutelare le vittime ed evitare che l’indagato potesse ripetere tale condotta nei
confronti dei familiari.
In accoglimento della richiesta avanzata dal Pubblico Ministero, il Giudice delle indagini
preliminari del Tribunale di Ragusa, valutando la situazione e la gravità dei fatti imputabili
all’uomo, ha disposto la misura del divieto di avvicinamento con applicazione del braccialetto
elettronico.