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La morte dell'operaio annegato ad Acate. Intervento della Cgil

Redazione
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Vincenzo Carrubba, 37 anni, morto annegato nel lago artificiale dell’azienda Villalbius ad Acate, azienda vitivinicola che produce il marchio Feudo Arancio, è l’ennesima vittima che si aggiunge all’elenco della strage continua.

Sono più di 100 al mese le vittime sul lavoro, un dato impressionante che testimonia i ritmi di decessi come.in un fronte di guerra.

“Una guerra – denuncia il segretario generale della Cgil Ragusa, Giuseppe Scifo – che si combatte ogni giorno nei cantieri edili, nelle aziende agricole, nei magazzini della logistica e sui mezzi di trasporto, dove spesso gli elevati ritmi di lavoro insieme alle carenti condizioni di sicurezza costituiscono quel mix micidiale che uccide donne e uomini al lavoro. Eppure tante sono le attività di formazione obbligatorie previste dalle norme nazionali sulla sicurezza soprattutto per le aziende che operano in settori definiti al alto rischio. I DVR ( documento di valutazione dei rischi) obbligatori per le aziende contengono le misure sulla salute e sicurezza nel lavoro studiate a hoc per ogni processo produttivo in considerazione delle attività svolte, dei macchinari in uso e sugli ambienti di lavoro. Così come vengono prescritti tutti i presidi di sicurezza e i DPI ( dispositivi di protezione individuale) da utilizzare in ogni fase del processo produttivo. Ci sono poi i responsabili per la sicurezza e le rappresentanze dei lavoratori per la sicurezza, ai quali spesso non viene riconosciuto un ruolo effettivo e, in molti casi, vengono ostacolati. Un sistema avanzato di norme e procedure – prosegue Scifo – che, però, non è in grado di fermare la strage continua di morti e incidenti sul lavoro. Occorre un impegno straordinario da parte del Governo per un vero monitoraggio ispettivo e preventivo affidato agli organi preposti. Occorre incrementare gli organici dei Servizi di prevenzione delle Asp predisposti attraverso gli S.Pre.S.A.L. (Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro). Se non si pensa ad incrementare la dotazione organica e la strumentazione di questi servizi la strage è destinata a continuare perché in un sistema economico con questo modello produttivo incentrato sulla estrema competitività che mira dritto profitto con scarsa attenzione agli aspetti umani e sociali del lavoro. La Cgil è a fianco delle vittime dei familiari e sempre disponibile a raccogliere denunce e segnalazioni, anche in forma anonima per contrastare la carenza di misure di sicurezza nei luoghi di lavoro”.

 

 

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