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Pietro Gurrieri scrive a Selvaggia Lucarelli: "Scoglitti e Vittoria sono bellezza, l'aspettiamo qui"

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Pietro Gurrieri, avvocato e giornalista, candidato sindaco a Vittoria per il MoVimento 5 Stelle e Città libera, ha scritto una lettera a Selvaggia Lucarelli, prendendo spunto dal commento che, dal proprio profilo, la giornalista ed influencer aveva postato riguardo la rissa di sabato scorso in Piazza San Francesco di Paola a Scoglitti. Si riporta il testo integrale della lettera: "Gentile Selvaggia, ho letto - ma più giusto sarebbe dire ascoltato - le Sue parole sull'indegno pestaggio di Scoglitti, e la ringrazio per essersi occupata di questo lembo tra terra e mare a sud di Tunisi. Lei è stata fin troppo generosa a definire di "trogloditi" quel branco che si è accanito in modo così feroce contro un ragazzo, solo a terra, che solo per caso è ancora vivo. In pace, come anche in guerra, colpire in tanti un uomo solo, e ferito, non è comportamento da uomini, nemmeno se fossero abitatori delle caverne, ma da vigliacchi. Un comportamento che non conosce attenuanti nè giustificazioni, quali che fossero - al momento non ci sono conferme ufficiali - le responsabilità di quel giovane uomo quasi linciato. Se riconosciuto responsabile degli atti gravi che alcuni testimoni gli hanno addebitato, saremo fermi nel chiedere che sia duramente punito, così come auspichiamo che i responsabili di quell'inaudito pestaggio siano individuati, assicurati alla giustizia, rapidamente processati e condannati ad una pena adeguata ai loro comportamenti. Come pure chiederemo che, in quel processo, il Comune sia parte civile. Ho usato il plurale, eppure Le parlo da singolo Cittadino, uno di 65mila, tanti solo i residenti in un Comune, Vittoria, di cui Scoglitti è un'autentica perla. Le parlo dunque da solo, e parlo ad una Collega in quanto, oltre ad essere un avvocato, sono anche un direttore, da giornalista, di un giornale di diritto, ma so di poterlo fare anche a nome di decine e decine di migliaia di miei Concittadini, di quella stragrande maggioranza di ragazze (tra le quali Federica, la giovane donna con cui ho parlato che, rischiando, si è gettata nella mischia per soccorrere quel ragazzo, un esempio di coraggio e altruismo che ci rende orgogliosi) che di ragazzi, di donne e di uomini, di qualsiasi etnia e credo, che hanno scelto di stare dalla parte della legalità e dello Stato, anche quando, come in questa e, purtroppo, in tante altre situazioni, le sue istituzioni sono in debito con la Comunità civile. Con quella grande parte della Città che pensa, ed educa i propri figli a pensare, che è giusto battersi per più giustizia ma mai farsi giustizia da soli; che le regole debbano essere sempre rispettate indipendentemente dal colore della pelle, e che lo Stato debba esercitare la propria autorità con fermezza estrema per garantirne il rispetto; che non si debba consentire a mafiosi e arroganti di avvelenare i pozzi della cultura, dell'accoglienza e della solidarietà del nostro popolo. Che impone, adesso, di prendere le distanze anche da chi, sbagliando, pronuncia parole orientate a giustificare, o comunque ad attenuare, comportamenti criminali che nulla hanno a che fare con le tradizioni della nostra Comunità! Gentile Selvaggia, è giusto dirle che ci sentiamo soli a combattere una guerra di trincea, che sembra spesso impari. Questa è la Città colpita dallo scioglimento per mafia che ne ha travolto tre anni fa gli organi democratici; segnata per anni da una sanguinosa guerra di mafia, da stragi, da omicidi efferati; scossa da vicende tristissime, che non hanno risparmiato nemmeno i bambini; assalita e vilipesa dalla criminalità, ma anche dal vandalismo, dall'incuria, dalla mancanza dei beni primari e dei servizi essenziali; ed abbandonata, lasciata sola anche dallo Stato. Che quel sabato in quella piazza centralissima di una Scoglitti strapiena, semplicemente era assente, consegnando come spesso accade residenti e visitatori all'arbitrio e alla prepotenza di delinquenti! So bene che potrebbe rispondermi che è amara la condizione di chi ha bisogno della presenza dello Stato, ma il mio, mi creda, non è certo un alibi, ma piuttosto la convinzione che, da soli, non riusciremo a farcela, che in queste condizioni rimarremo ostaggio di clan e di bande. Sabrina Ferilli ha perfettamente ragione. C'è tanto da fare, ha commentato, e molto lavoro anche per i servizi sociali. Sa quanti assistenti sociali sono attualmente in servizio presso il nostro Comune, l'ottavo più grande della Sicilia? Non può saperlo, glielo dico io. Una sola unità, in una Città tra le prime in Sicilia per entità di dispersione scolastica; e con migliaia di famiglie che necessiterebbero di supporto non solo economico, ma anche psicologico, culturale, sociale! Gentilissima Selvaggia, sappiamo noi per primi che abbiamo tanto da fare, ma anche di poter contare sulla bellezza delle nostre città, come anche sul cuore della nostra gente. Che ha fatto di questo territorio un miracolo economico, con il proprio lavoro e la propria coraggiosa intraprendenza; che ha saputo resistere alle mafie senza piegare la testa; che, adesso, continuerà a battersi con più forza di prima. Chiedendo solo che lo Stato decida di essere della partita. Sa perchè i nostri antenati questo lembo tra terra e mare l'han chiamata Scoglitti? Secondo il geografo arabo Al-Idrisi, il suo antico nome era Gazirat el-Haman ("Scoglietti dei colombi"). Un luogo d'incanto fin dai primordi, dunque, che d'incanto è chiamato a rimanere. Venga qui a Scoglitti, signora Lucarelli! Venga a visitare il "teatro" di Zingaretti e quello, monumento di pace Unesco, della nostra Vittoria, il Faro e il Porto, assista allo spettacolo dell'alba sul mare dalla terraferma o, meglio, da uno dei tanti pescherecci in mare aperto; magari al largo di Kamarina, posta nella rocca al termine del lungomare di Scoglitti, la Città greco-siracusana decantata da Tucidide, che osò sfidare la grande Atene! Venga, perché abbiamo tanto da raccontarle, e forse anche, fin d'ora, qualcosa da chiederle. Di dare ali alla bellezza dei nostri luoghi e alla autenticità della nostra gente. Di aiutarci a poter contare su uno Stato più presente, soprattutto più attento. Un caro saluto Piero Gurrieri"

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