Il Questore di Ragusa, Giuseppe Gammino, ha rivolto a tutti i componenti della Polizia di Stato gli auguri di Natale, ricordando che il lavoro svolto nel corso dell’anno 2015 ha dato grandi risultati. Si è soffermato sul riconoscimento “Premio Personalità Europea 2015” conferito all’Ispettore Capo della Polizia di Stato Di Martino Francesco che dimostra l’attenzione che il Capo della Polizia Alessandro Pansa ha voluto dedicare all’operato della Questura di Ragusa nel delicato settore dell’Immigrazione. Il 9 dicembre nel corso della 45^ edizione della “Giornata d’Europa”, organizzata dal Centro Europeo per il Turismo Cultura Lavoro e Spettacolo nella sala della Protomoteca, in Campidoglio, è stato conferito nel settore “Lavoro” il premio personalità europea 2015 all’Ispettore Capo della Polizia di Scientifica della Questura di Ragusa Francesco Di Martino.
L’ambito riconoscimento è stato assegnato alla presenza delle Autorità dello Stato e di esponenti della stampa e della cultura, tra cui il Commissario Straordinario di Roma Capitale Francesco Tronca, il Sottosegretario di Stato del Ministro della Difesa Domenico Rossi, il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, l’Arcivescovo Jean Louis Brugues, bibliotecario e archivista di Santa Romana Chiesa, l’Arcivescovo Agostino Marchetto, Segretario Emerito del Pontificio Consiglio dei Migranti e degli Itineranti. Il riconoscimento che ha voluto essere “un attestato di stima per il sensibile contributo di Francesco Di Martino, responsabile del Gabinetto Provinciale della Polizia Scientifica, il quale svolge, giornalmente, una meticolosa ed attenta attività connessa agli sbarchi degli immigrati sul territorio nazionale”. L’insignito, nelle immediatezze della consegna del premio ha voluto dichiarare: “Lo dedico alla mia famiglia istituzionale, alla Polizia Scientifica, alla Polizia di Stato, che mi ha consentito di dedicare ai migranti che sbarcano sulle nostre coste le attenzioni che sono proprie dell’attività della Polizia Scientifica che non si esaurisce in una doverosa attività di fotosegnalamento. Penso soprattutto a tutte le volte in cui sono riuscito, con i miei colleghi, a dare un’identità a quanti non c’è l’hanno fatta ed a quei corpi esanimi restituiti a familiari”.
Il Dirigente Superiore della Polizia di Stato, Daniela Stradiotto, Direttore del Servizio Polizia Scientifica, presente alla cerimonia ha evidenziato che le operazioni di fotosegnalamento (fotografie, impronte digitale e palmari) è svolta dalla Polizia Scientifica ed in alcuni casi può diventare un’azione complicata e le riscontrate criticità di sistema (si pensi a quanti rifiutano il fotosegnalamento) comportano l’adozione di strategie di mediazione e coinvolgimento consapevole del migrante. La complessità dell’attività espletata dal personale della Polizia Scientifica si è evidenziata anche e soprattutto in occasione dell’arrivo di cadaveri di immigrati. Le procedure identificative particolarmente complesse, in condizioni di lavoro ambientali critiche, in sinergie con i medici legali, ed in camere mortuarie approntate di volta in volta, rendono tangibile la maturata esperienza operativa che si è catalizzata nelle continue attenzioni di collegamento informativo con le rappresentanze diplomatiche di riferimento per nazionalità presunte dei cadaveri, al fine di un compiuto riconoscimento.
Il Questore di Ragusa, Giuseppe Gammino, ricorda al riguardo i tragici sbarchi del settembre 2013 in località Sampieri frazione di Scicli (RG), nel corso del quale morirono 13 migranti nordafricani e quello del settembre 2014, avvenuto a Pozzallo (RG), quando a bordo di un peschereccio con circa 600 persone, furono rinvenuti i cadaveri di 45 migranti, così come l’annegamento nel Mar Mediterraneo di più di 500 persone, con tentativi in parte riusciti di risalire alla identificazione quantomeno sommaria di quanti non restituiti dal mare. In queste tragiche circostanze si è evidenziata la sensibilità umana e professionale dell’Ispettore Capo Di Martino, la cui attenta, estremamente silenziosa, e certosina attività di raccolta di impronte digitali, di reperti di natura biologica e di tutti gli altri elementi utili al riconoscimento, ha contribuito all’identificazione delle vittime dei naufragi, anche con il contributo dei parenti ed amici rimasti in vita durante l’attraversamento in mare o già presenti sul territorio nazionale.