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Francesco Aiello ad Arturo Di Modica: lui vedeva oltre, nel tempo, nei secoli, trascorsi e a venire.

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Li’ dove ha scelto di porre la sede della sua Scuola d’Arte, ora che lui e’ morto, rimane un segnale forte di un sogno e di una sfida titanica che Arturo Di Modica ci ha consegnato e affidato. Quel luogo, da lui scelto per dare base e impulso al suo sogno, e’ a contatto con l’area piu’ difficile, dimenticata e sconvolta di tutta la Citta’ di Vittoria. L’intero quartiere e’ in frana, dalla Via Bari alla Via del Quarto, dalla Via Gaeta al Viale Volturno.

Da circa due anni la fognatura di Via Gaeta, che scivola in basso verso il fiume, e’ tranciata e i liquami sversano, a cielo aperto, li’ a 100 metri dal luogo dove Arturo Di Modica ha scelto di porre la sede della sua Scuola d’Arte.

L’intero muraglione di cemento armato all’inizio di Via Gaeta, a ridosso dell’antica scala che porta in basso alla “lavina”, sepolta dai rifiuti che Arturo fece rimuovere a sue spese, mobilitando i ragazzini del luogo, e’ in frana, pericolosamente. Tutta la Via Ipperia, la prima strada di Vittoria che scende direttamente al fiume dei cavalli, e’ diventata pericolosa e inagibile, coperta di rifiuti. Questa e’ la condizione dell’area in cui Arturo ha immaginato di realizzare e inserire la sua opera di arte , di cultura di riscatto.

Questa e’ l’area che 18 anni fa fu classificata nel Prg di Vittoria come Parco Suburbano della Valle dell’Ippari, che in questi anni, lunghi anni di vuoto amministrativo e di dispersione materiale e morale, e’ precipitato nell’oblio di amministrazioni attratte da ben altri obiettivi, piu’ pratici e festaioli. L’area e’ stata esclusa da ogni attenzione. E l’intervento antisismico necessario, per il quale furono programmate e in parte stanziate ingenti somme, si e’ dissolto nel nulla. Gran parte delle disponibilità finanziarie che servivano furono dirottate tutte per impinguare l’intervento di drenaggio delle aree bradisismiche di Via xx Settembre. Un mare di soldi ma nessun euro per Via Ipperia , la Via Bari, per Via Gaeta, nessuno studio, nessun progetto esecutivo concreto: anzi un primo intervento di 700 mila euro, da me predisposto, per consolidare la parte piu’ pericolosa della frana, all’inizio di Via Ipperia , e’ stato cancellato senza criterio, senza riguardi, e mai piu’ ripreso: ne sconoscono persino l’esistenza!

Un altro progetto complessivo di consolidamento di tutta l’area, giace pur esso sotto le macerie di amministrazioni non solo incapaci ma anche ostili a quei luoghi, popolati da povera gente. Questa e’ l’area del Parco dei cavalli, di cui Arturo Di Modica si e’ innamorato. Ma certo lui vedeva oltre, nel tempo, nei secoli, trascorsi e a venire.

Lui ci ha fatto vedere oltre il degrado dei luoghi il valore sempiterno del Mito, che ad essi puo’ restituire, attraverso l’Arte, dignita’ e fierezza. Oltre la retorica delle parole sulla sua persona, Arturo ci consegna un grande messaggio: il messaggio della fede nel buon operare, nella capacita’ di sognare il cambiamento e di materializzarlo, di restiuire alla vita luoghi e stagioni perse della nostra infanzia e della nostra esistenza.

Ciao Arturo, noi continueremo questa battaglia. La tua idea ci riporta alle origini della nostra identita’ di uomini impegnati nella dimensione di un mito imperituro.

 

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