Le nuove norme che la UE ha posto a base del giudizio di "creditore insolvente", in vigore dal primo gennaio 2021, daranno un colpo drammatico a tutti e un colpo mortale alle imprese e ai cittadini Siciliani. Lei dirà che non ha competenza in merito e qua si sbaglia. Come Presidente di una delle Regioni più importanti d'Italia potrebbe e dovrebbe usare tutto il suo potere per protestare e fare pressione sul Governo nazionale affinché intervenga in Europa per far abrogare queste norme assurde e per lo meno intempestive in un momento in cui le imprese e i siciliani fanno miracoli per non fallire. Non penso di essere tanto lontano dalla realtà nel giudicare sprovveduti e insensibili i parlamentari europei, i politici italiani che ci rappresentano in Europa e giudicare passivo il Governo italiano che avrebbe già dovuto intervenire con la Presidente della Commissione europea. Dal primo Gennaio del 2021, secondo le nuove norme, le banche devono segnalare il correntista in ritardo di 90 giorni dal pagamento di una oblazione alla Centrale dei rischi ed etichettarlo come "cattivo pagatore". Questo comporta la richiesta di rientro immediato dai debiti, la chiusura del fido e il diniego di credito futuro. Questo può avvenire anche se il debito non pagato fosse di 100 euro o di 500 a seconda della tipologia del credito. È vero che ciò da solo non sarà sufficiente perché si dovrà associare anche al giudizio di non solvibilità dell'impresa e in un momento di gravissima crisi economica da pandemia non sarà difficile. Queste norme in un momento di crisi non sono solo assurde ma vanno contro le stesse scelte della UE che ha concesso all'Italia 209 miliardi per sostenere e rilanciare l'economia. Incredibile! Infatti, come pensa che si possa sviluppare una economia se non aiutando le imprese e in generale le partite Iva? Se si uccidono le imprese esistenti con quali altre l'UE pensa di sostituirle? Non sono le grandi imprese che potranno aiutare l'economia, e che tra l'altro non soffriranno le nuove norme, ma le centinaia di migliaia di piccole e medie imprese, gli artigiani e i piccoli commercianti che formano il vero tessuto economico italiano. Saranno i deboli a morire con queste norme e in particolare le nostre imprese in Sicilia e nel Sud di quella Italia mai realizzata che come sempre pagheranno il peso di queste scelte e non capiamo per quale incivile disegno. Presidente Musumeci, cosa sta facendo di fronte a questa tragedia che si sta abbattendo sui Siciliani che da sempre soffrono una grave debolezza economica? Desideriamo fare, più che un appello alle sue responsabilità , una forte protesta e una censura finalizzata a una reazione nei confronti del Governo nazionale che superi anche il buon senso nella difesa dei diritti dei Siciliani in grado di evitare questa ennesima ingiustizia.