In 178 a bordo di due gommoni salpati dalla Libia, uno condotto da TOURE Deymo, nato in Senegal l’1.1.1992 e l’altro dal minore L.O. nato in Somalia di 17 anni. I responsabili concorrevano con altri soggetti presenti in Libia al fine trarne ingiusto ed ingente profitto, compiendo atti diretti a procurare l'ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante. I migranti provenienti da diverse paesi africani sono stati ospitati presso il C.P.S.A. di Pozzallo.
MODALITA’ DI SOCCORSO IN MARE Alle ore 7:20 del 9 dicembre 2015 l’unità navale “Cigala Fulgosi” intercettava un gommone con 92 migranti che venivano soccorsi e fatti salire a bordo della suddetta nave della marina militare. Alle successive ore 12:30 la nave “Oreste Corsi” CP 906 affiancava la nave “Cigala Fulgosi” ed effettuava il trasbordo dei 92 clandestini di cui 57 di sesso maschile e 15 di sesso femminile e 20 minorenni presumibilmente tutti provenienti dalla Somalia. Alle ore 8:30 la nave “Oreste Corsi” CP 906 attraccava al porto di Pozzallo (RG) e tutti i migranti venivano fatti scendere sulla banchina. Parte di essi sono stati ospitati al C.P.S.A. ed altri subito partiti alla volta di altri centri della penisola.
ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA L’esperienza maturata dalla Polizia di Stato nella gestione di eventi che si susseguono a distanza di pochi giorni è tanta, ma l’impegno deve rimanere altissimo in quanto sono fasi molto delicate. Le operazioni di sbarco non hanno avuto alcun ritardo, tanto da permettere un’immediata assistenza ai migranti. Il Funzionario dirigente del servizio di Ordine e Sicurezza Pubblica della Polizia di Stato, con a disposizione decine di uomini, ha dovuto poi coordinare, le immediate partenze, i trasferimenti dal CPSA ad altre regioni e l’accoglienza di centinaia di migranti. Le operazioni di sbarco non hanno fatto registrare criticità ed è stata prestata la massima attenzione verso i soggetti che avevano bisogno di cure mediche, in particolar modo diverse donne incinte e tanti minori alcuni in tenerissima età. Alle procedure hanno partecipato 40 Agenti della Polizia di Stato, nonché appartenenti alle altre Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana ed i medici dell’A.S.P. per le visite mediche. Al riguardo, le attività dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato risultavano complesse, dovendo essere espletate in tempi ristretti, così da permettere anche un immediato invio degli ospiti in altre strutture d’accoglienza. La Polizia Scientifica ha lavorato consequenzialmente senza sosta per le operazioni di preidentificazione e fotosegnalamento, in considerazione dei nuovi arrivi. In tempi record sono stati identificati centinaia di migranti approdati e movimentati in due giorni quasi 1.000 migranti tra i soggetti sbarcati nei giorni scorsi e quelli sbarcati ieri.
LE INDAGINI Gli uomini della Polizia di Stato - Squadra Mobile Questura di Ragusa - con la partecipazione di un’aliquota di Carabinieri e della Guardia di Finanza hanno concluso le prime fasi delle indagini in 16 ore. Le indagini immediatamente iniziate dagli investigatori sono state subito indirizzate ad appurare l’esatta dinamica di quanto accaduto ad una giovane migrante ustionata in diverse parti del corpo e per questo trasportata d’urgenza in ospedale. La donna, è stato accertato che, così come in altre occasioni era capitato ad altri migranti, si era ustionata in quanto vicina ai serbatoi fatiscenti del gommone. Ad ogni onda da quei bidoni fuoriusciva benzina che andava a bagnare la migrante procurandole ustioni. Il continuo contatto con acqua marina e carburante ha procurato le lesioni che comunque non sono da imputare a nessuno, neanche allo scafista, piuttosto alla condizioni del mare. Le indagini sono poi proseguite mediante una separazione in due team diversi di poliziotti per assicurare alla giustizia gli scafisti. Dopo ore di indagini è stato possibile individuare gli scafisti, sempre grazie alle testimonianze dei migranti ed al lavoro incessante di investigatori ed interpreti. Dagli accertamenti svolti, uno dei due scafisti ha dichiarato di avere 17 anni e di aver condotto il gommone perché non aveva disponibile tutto il denaro richiesto dai libici. I passeggeri hanno pagato circa 1.000 dollari cadauno elemento che ha permesso agli organizzatori di incassare quasi 200.000 dollari.
LA CATTURA Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanne dell’Autorità Giudiziaria.