Contro la pandemia da COVID-19 ci sono in corso oltre 500 sperimentazioni di farmaci e terapie. Tra quest’ultime, c’è quella del “plasma convalescente”. Una sperimentazione che, in base ai primi risultati ritenuti incoraggianti da parte della comunità scientifica, sta alimentando grandi aspettative, "ma che - secondo il capogruppo regionale leghista Antonio Catalfamo - almeno in Italia, è finita anche al centro di disinformazione." Proprio per questo, l'esponente del Carroccio ha presentato un Disegno di legge per cui chiede la procedura d'urgenza, per l'istituzione di una Banca del plasma anti-Covid. "Siamo consapevoli che questo disegno di legge tocca un argomento molto delicato - afferma Catalfamo - ma se fino a ora si è fatto bene dobbiamo continuare a tenere i nostri standard elevati. Sappiamo dai primi dati che il plasma dei guariti dalla sars-covid 19 è uno strumento in grado di dare risposte ai soggetti più debilitati dal virus. Il nostro disegno di legge punta a istituire una banca dati regionale per le sacche di plasma anti-covid e istituisce dei criteri per velocizzare l’iter di assegnazione delle strutture già in grado di procedere da un lato alla raccolta e alla conservazione, dall’altro alla sperimentazione della cura come è stato fatto in altre regioni.” Con “plasma convalescente” si fa riferimento al plasma prelevato, tramite la tecnica della plasmaferesi, da una persona guarita da una malattia e trasfuso in un paziente ancora malato. Il plasma si ottiene per mezzo di un macchinario, chiamato “separatore cellulare” che funziona per centrifugazione o per filtrazione: viene tolta dal sangue la parte non corpuscolata, il plasma, mentre le cellule vengono re-infuse al donatore. La sperimentazione partita in Italia a marzo con il protocollo avviato dal'Asst di Mantova e dal Policlinico San Matteo di Pavia ha coinvolto 47 pazienti (gravi) e si è conclusa lo scorso 29 aprile. “Il disegno di legge - spiega Catalfamo - mira a creare la cornice normativa entro cui muoversi per avviare le sperimentazioni, individua i criteri con cui selezionare le strutture ospedaliere più idonee e già “preparate” per la gestione del plasma in entrata e in uscita. Questa rappresenta una cura più stabile, economica e dai risultati certi. La Sicilia si è dimostrata all’altezza della situazione di emergenza ma non dobbiamo abbassare la guardia. Nel caso di nuovi contagi la politica ha l’obbligo di predisporre tutti gli strumenti possibili per evitare altri decessi.”