Il 4 Novembre, da quasi un secolo, è una delle ricorrenze più importanti del nostro calendario civile e ricorda la Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate.
La festa, istituita nel 1919 per commemorare la vittoria italiana nella Prima Guerra Mondiale, è festeggiata appunto ogni 4 novembre, data dell'entrata in vigore dell'armistizio di Villa Giusti.
Giornata significativa e rievocativa di quegli eventi che segnarono le vite di intere generazioni di Italiani in quella che è stata definita “la più grande tragedia dell’ultimo secolo” ma che portò alla definitiva Unità Nazionale con l’ annessione di Trento e Trieste al Regno d’ Italia.
Tante le celebrazioni in questo giorno, tante le corone deposte per le vittime tra cui la più “illustre” il milite ignoto, sepolto al’ Altare della Patria nel 1921.
Tra le tante vittime della “Grande Guerra” molti i nostri concittadini Vittoriesi che si sono distinti per eroismo, amor patrio e alto senso del dovere.
I loro nomi sono ricordati sulle lapidi poste sul Monumento ai Caduti in P.zza del Popolo, inaugurato il 4 Novembre del 1930, sormontato da una Nike alata rappresentante la Vittoria, appunto, ma anche l’enorme sacrificio di tanti vite, momento ben rappresentato dal milite morente sulle sue gambe.
Il tenente Alessandrello, i Fratelli Briganti, oggi titolari di vie cittadine, il tenete Nicosia, diedero il loro sangue per la Patria e la Libertà e furono decorati con gli onori militari, con croci di bronzo ed argento, insieme ai tanti altri concittadini, magari non “titolati” ma pur sempre eroi silenziosi.
Come non ricordare pure il Campo di Concentramento a Vittoria, insieme a quello dell’ Asinara, il più vasto d’ Italia capace di contenere migliaia di prigionieri, che batteva moneta propria e dove si conduceva una vita complessivamente serena.
Historia magistra vitae, ci avrebbe ricordato il grande Cicerone e di questa storia dobbiamo fare tesoro e tramandare ai posteri perché sia realmente maestra della lezione più importante: che la guerra porta solo orrori e morte, distrugge gli animi e devasta le coscienze.
A 100 anni da questa immane e devastante tragedia non possiamo che dire: Grazie a coloro che ci hanno permesso di essere qui oggi e che con il loro esempio virtuoso ci richiamano ancora a quegli immortali valori per i quali combatterono, all’amor patrio, al coraggio ed alla difesa della libertà.
Contributo storico: Preside Prof. La Ferla Vincenzo