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Primo Maggio: Festa dei lavoratori con un elevato tasso di disoccupazione?

redazione
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Una data storica e importantissima per tutti i lavoratori del mondo, la Festa del Lavoro commemora le battaglie condotte da più di un secolo a questa parte dalla classe operaia e dal movimento sindacale. E si, perché il Primo Maggio rappresenta da sempre l’icona delle lotte sociali, delle innumerevoli battaglie per rivendicare i diritti della classe lavoratrice. Non vanno tralasciate, soprattutto, le lotte per la conquista del diritto al lavoro per un massimo di otto ore giornaliere di cui le prime organizzate nel 1882 a New York dai Knights of Labor. In seguito a una guerriglia scoppiata, morirono 11 persone.  

In Italia, arrivò nel 1891 quando i fascisti celebrarono la Festa dei Lavoratori il 21 aprile del 1924. Solo al termine della Seconda Guerra Mondiale, le celebrazioni tornarono al primo maggio, nel 1945.

Il 1 maggio rappresenta una festa nazionale dei lavoratori in molti paesi ma non negli USA dove accaddero quei sanguinosi episodi.

Oggi è praticamente paradossale parlare di Festa dei Lavoratori, quando l’Italia è largamente diffusa dalla disoccupazione anzi ne acquisisce consapevolezza grazie al suo alto tasso, dai diritti calpestati, dal precariato e soprattutto da una disperazione disarmante che umilia la dignità umana e rende remota o solo un lontano miraggio l’idea che un giovane laureato possa costruirsi un futuro lavorativo e un destino pensionistico.

Moltissimi non festeggeranno il primo maggio per una questione di coerenza e soprattutto per una questione di dignità, l’unico valore in nostro possesso ahimè forse privato.

 

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