In questi giorni è impegnata, a Vittoria, con “Masterclass”, al fianco dell’attore Marco Di Stefano che ha avuto il piacere di conoscere, qualche settimana fa, grazie al “Teatro della Comunità”. Chiusa questa parentesi, la cantautrice vittoriese Nadia Marino preparerà le valigie per volare a Bologna, dove prenderà parte al Premio Lucio Dalla. Tanti impegni, tanta passione, tanto lavoro, ma la voglia che non cambia di essere un “prodotto di nicchia” per veri intenditori in cerca di emozioni messe in musica. E questo vuole essere anche Dreamscape, l’album in uscita il prossimo 4 giugno. Un regalo che Nadia ha voluto farsi nel giorno del suo 31mo compleanno, come ricompensa per gli anni di ricerca interiore, di sacrifici e di passione che vi ha profuso giorno dopo giorno.
Nadia, finalmente ci siamo! Arriva Dreamscape…
Si, è quasi in dirittura d’arrivo e sono entusiasta e ansiosa di farlo sentire e di suonarlo dal vivo. Ho in mente un concerto carico di emozioni, di poesia, di riflessione, di originalità. Voglio far sentire chi è davvero Nadia Marino, una persona molto diversa da quella che vi ha mostrato The Voice, una persona che non è rock, o jazz, o pop, o soul. L’ho già detto altre volte, non voglio qualcuno che investa una montagna di denaro per sponsorizzarmi, non voglio essere venduta facilmente, dopo pubblicità e promozione fatta da chi non sa nulla di me. Non voglio essere come quei jeans che costano tanto solo per la firma, o come quei prodotti che stanno sugli scaffali con marchi che prima vengono osannati e poi falliscono. Preferisco che mi si venga a cercare in una bancarella di un mercatino delle pulci, voglio essere quella cosa che costa poco e dona tanto, solo a te. Per questo album ho dato il massimo, come sempre, ma solo per il bene della musica. Nel frattempo, sto preparando anche il live per la presentazione e la promozione del disco insieme a Stefano Lazzaro e Fabio Melilli con i quali abbiamo formato un trio, Nadia&TheEyes, e per il tour avrò il piacere di lavorare con la percussionista Roberta Trovato che attualmente gira col suo trio Le Mandragole, che avevamo formato a Catania e che ho dovuto abbandonare per amore dei viaggi.
Masterclass: cosa ti sta dando questa esperienza?
Se non fosse Marco (ndr: Di Stefano) a tenere la Masterclass, non credo avrei mai partecipato. Non è un mio obiettivo di vita fare l’attrice, ma come ci si può rifiutare di vivere due serate nella cultura, nell’apertura mentale, e nella scoperta di nuovi lati di te che non conoscevi? Per imparare molte cose non ho che i libri o i documentari, ma se hai Marco Di Stefano impari sul campo. Tutti dovrebbero mettersi in gioco, solo per la curiosità di conoscere meglio se stessi attraverso un processo che aiuta a sciogliere delle barriere, non solo con il resto della società, ma anche con te stessa. Per me un laboratorio consiste in un “naturale processo di eliminazione”, come diceva la canzone degli Afterhours, perché ci si ritrova pochissime persone, in un giorno settimanale, in prima e seconda serata, a mettersi a nudo. Perfetto per me che cerco il mio piccolo paradiso, fatto di cene a casa con gli amici e di gente con la quale posso essere me stessa, nel bene e nel male. Cerco complicità, perché quando le persone si riuniscono spinte da ideali comuni o medesime passioni, è lì che si manifesta la pace.
E subito dopo? Che succederà?
Sto per partire per Bologna, dove mi attendono due giornate che decideranno chi va alla finalissima del Premio Lucio Dalla. Dividerò la camera con una ragazza che ho conosciuto per qualche ora ai provini per le semifinali. Ed è questo il bello, ci si riunisce, ci si aiuta, perché dove c’è musica c’è amore e si è tutti fratelli. Questo è lo spirito dei concorsi per me, che in genere non amo le competizioni. E’ il confronto, l’opportunità di lasciare una piccola parte di te dove è possibile che ti comprendano.