“Ma dobbiamo andare ancora avanti per molto con queste belle passeggiate o vogliamo fare sul serio qualcosa per salvare la nostra agricoltura e le nostre case?”. E’ l’interrogativo lanciato questa mattina da Mariano Ferro, leader dei Forconi, in conferenza stampa davanti al mercato ortofrutticolo di c.da Fanello a Vittoria. Al suo fianco Piero Bellaera, Giuseppe Scarlata, Piero Colombo, il sindaco di Acate, Franco Raffo, e numerosi produttori. Il riferimento, quando si parla di “passeggiate”, è, naturalmente, al corteo di lunedì scorso che Ferro ha definito “manifestazione al cloroformio ordinata dal Governo centrale” mentre la protesta che, a breve, dovrebbe spostarsi a Roma, è stata ribattezzata “escursione pasquale”.
“Non sono ciò di cui abbiamo bisogno” ha tuonato Ferro, che ha poi proseguito: “Noi vogliamo una cosa seria, e se non siamo noi ad alzare il tiro contro Roma e l’Europa i sindaci, per via del loro ruolo istituzionale, non potranno farlo per noi. La posta in gioco è altissima, si sta parlando del pignoramento di buona parte delle case di tutta la fascia trasformata, le case dei produttori agricoli senza più reddito”. Per i Forconi sono a dir poco scandalose le dichiarazioni dell’Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri, Federica Mogherini, che mostrerebbe il vero volto del PD quando dice che bisogna aiutare la Tunisia. “E a noi chi ci aiuta? In Sicilia come a Torino ci sono gli stessi problemi, ma a chi interessa? Qui, al mercato di Vittoria, mancano all’appello 500milioni di euro di incasso rispetto all’ultima campagna ortofrutticola e sono soldi che mancano nelle tasche dei cittadini e delle famiglie”. Quindi un invito provocatorio ai cittadini: “Vi vorrei dire di non pagare i tributi locali, se vivete di agricoltura, ma poiché voglio evitare di essere tacciato di demagogia vi dico che è il momento di alzare il tiro e di smetterla di giocare, perché noi siamo tra quelli che stanno perdendo le case mentre il governo Renzi pensa ad accelerare sui pignoramenti a tutto vantaggio delle banche”.
Nel corso dell’ultima assemblea all’Emaia di Vittoria avevate annunciato il blocco dei porti siciliani per il 3 marzo. Come mai poi non siete andati fino in fondo?
Perché era stato stabilito di andare tutti insieme a Palermo, cosa che poi non è stata fatta. Adesso ci dicono che entro 40 giorni si deve andare a Roma per andare a regalare il ciliegino. Ma a che serve? E’ un’operazione troppo soft per noi che viviamo sulla nostra pelle la crisi dal 2009 e siamo alla frutta. Non si può giocare così sulla pelle dei cittadini e siamo pronti a ripartire, come nel 2012, se anche gli agricoltori vogliono. Ma per prima cosa ci devono bloccare le procedure esecutive, poi discutiamo tutto il resto. Tra l’altro, proprio mentre eravamo in conferenza stampa, ci ha chiamato la figlia di una povera donna di 81 anni che sta per essere sfrattata a Donnalucata e non sa dove andare. Ma che massacro è?
Prossimi appuntamenti a Vittoria?
Giovedì sera saremo di nuovo qui in assemblea, per capire cosa vogliono fare i vittoriesi. Se vogliono andare a fare la passeggiata a Roma coi sindaci ne prenderemo atto, ma se non è così stavolta si parte sul serio e non si cadrà nel tranello dei tavoli. Noi non abbiamo più nulla da dire a nessuno, ma vogliamo affrontare questo problema in modo serio. Prima però, lunedì, c’è un altro impegno importante: saremo al mercato di Donnalucata, in occasione della visita del Vice Ministro per le politiche agricole Andrea Olivero.