È ciò che accade a molte persone. Chi vive un periodo bruttissimo e lo supera a volte tende a rivivere quell’esperienza nel presente, rovinandolo. Ne parliamo con il dott. Stefano Guzzo, coach esperto in PNL. “Gli eventi negativi che si sono verificati nel nostro passato spesso invece di essere elaborati psicologicamente da chi li vive e in seguito superati, vengono fissati in modo rigido nella loro drammaticità (traumi) – afferma l’esperto-. Non mi riferisco solo ai lutti, ma anche alle separazioni, ai licenziamenti, alle difficoltà finanziarie, a malattie, incidenti, spaventi, insuccessi e via dicendo. Tutto questo determina non solo a livello personale ma anche a livello familiare un grande malessere ed un clima molto pesante e negativo. Rievocare spesso l’evento traumatico con ricordi o parlandone spesso non fa altro che alimentare e rafforzare il trauma”. Cosa fare allora del nostro passato? “Possiamo considerare quell’evento negativo, che ci ha segnato fortemente, come una sorta di grande stufa a legna e che la scelta se alimentare sempre o no il fuoco aggiungendo nuova legna dipende solo da noi! Come sempre l’approccio mentale diventa determinante! Un approccio negativo, vittimistico non farà altro che alimentare il trauma sempre di più. La prima cosa da fare quindi è cambiare approccio mentale. Bisogna alimentare un altro tipo di “stufa” ossia la stufa della positività, nutrendo il proprio entusiasmo con cose positive, attenzionare e soffermarsi su tutto quello che ci piace e ci fa star bene. Come secondo aspetto, cerchiamo di non alimentare troppo l’evento negativo, non diamogli importanza, non parliamone: è un evento (anche se molto traumatico) legato al passato e di fatto non esiste più. Ciò che conta è solo il presente, il qui e ora, tutto il resto non esiste! Concludendo – spiega il dott. Guzzo- bisogna quindi uscire da questa morsa di pessimismo e di autocommiserazione, tutto ciò è indispensabile per prevenire forti forme di depressioni e ampliare e migliorare le proprie prospettive”.