Ancora una volta l’Ami sposa battaglie a sostegno non solo dei singoli cittadini, ma anche dell’intera comunità. Il caso della morte di Bruna Halla ha infatti riportato all’attenzione di tutti la questione relativa ai disabili psichici gravi e alla loro gestione.
Attualmente, infatti, la persona in questione può essere curata solo dietro sua volontà, altrimenti si può applicare il TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) che però ha una durata di pochi giorni. Per il resto, tutto è lasciato in balia della famiglia che, spesso, non ce la fa a gestire situazioni che possono anche diventare pericolose.
“Sappiamo che c’è una forma di abbandono continuo di queste persone e ne parlo con cognizione di causa in quanto abbiamo una persona affetta da queste patologie in famiglia. Nel nostro caso specifico l’Asp ha deliberato il ricovero della persona, ma dal Comune c’è un silenzio totale e ancora si attendono risposte. Come me, è bene sottolineare, vi sono tante altre famiglie. Il rischio però è che situazioni simili possano sfociare, speriamo mai più, in episodi drammatici come accaduto a Vittoria e accade in tutta Italia”.
“Non possiamo più sottostare- conclude Piccitto- a questo silenzio da parte dell’Amministrazione Comunale. Inoltre, invito tutti coloro i quali hanno disabili psichici in famiglia a farsi avanti, a non nascondersi o vergognarsi ma a parlare e a lottare insieme affinché i nostri familiari vengano assistiti e la popolazione tutelata. Altrimenti avremo tanti altri casi per cui piangere”.