Ieri mattina, insieme ad Emanuele Magno, assessore designato alla politiche sociali, mi sono recato in via La Marmora, dove era atteso l’ufficiale giudiziario per la consegna di una casa venduta all'asta. Ad annunciarlo sui social era stato Fabrizio Licitra, la cui famiglia è la vittima dello sfratto odierno. Da rappresentante di parte della nostra politica, ho provato disagio e vergogna, sebbene questo sia un problema che solo gli sciocchi pensano che possa essere risolto esclusivamente da Vittoria e a Vittoria. Il dramma riguarda l’intera provincia, e non solo. Oggi non posso che raccontare la dignità di Fabrizio e dei suoi familiari nel non compiere alcun gesto inconsulto, ma domani siamo pronti a sostenerlo nella sua battaglia per una giustizia più giusta e più umana. Lui sta già conducendo questa battaglia da tempo, mediante la presentazione di una proposta di legge popolare della quale allego la sintesi. E' una battaglia difficile, ma non impossibile.
Proposta di legge Fabrizio Licitra
Sono ormai centinaia le famiglie che si trovano in difficoltà economica e non riescono più a far fronte alle rate mensili del mutuo o di altro genere del prestito, che non riescono più a dormire sonni tranquilli pensando alla possibilità, il più delle volte concreta, di subire il pignoramento della propria abitazione. L’emergenza legata al sovraindebitamento è ormai una condizione di grave disagio familiare e sociale che merita particolare attenzione da parte della politica e della società civile. Purtroppo, come in tutte le situazioni di questo tipo anche la vita privata e sociale delle famiglie colpite ne risente: “Come spieghi a tua moglie e ai tuoi figli che prima o poi la casa verrà venduta all’asta per quattro soldi, e che verrete sbattuti fuori senza avere neanche il tempo di recuperare uno dei giochi preferiti di tuo figlio”? Come spieghi alla tua famiglia che la vendita della casa all’asta non risolve il problema dei debiti e che non puoi neanche avere accesso al credito perché sei iscritto nella lista di cattivo pagatore?” Nonostante lo strumento del “Fondo di rotazione per il sostegno ai cittadini esecutati finalizzato al mantenimento dell’unica abitazione, istituito dalla Regione Siciliana e, l’ulteriore misura prevista dal Governo Nazionale il c.d. “Fondo Salva Casa”, introdotto dall’art. 41 - bis del decreto fiscale 2020 (D.L. n. 124/2019)*1; entrambi voluti e sollecitati dall’ “Associazione vittime aste e prezzo vile Onlus” e “Federazione Europea per la Giustizia”, ancora oggi, restano dei contenitori vuoti, in quanto, nessun intervento economico - finanziario è stato adottato. 1 * Il fondo Salva Casa 2021, promosso dal Senatore Daniele Pesco e introdotto dall’art. 41 – bis del decreto fiscale 2020 (D.L. n. 124/2019) permette di acquistare gli immobili pignorati consentendo agli ex proprietari di continuare a viverci in cambio del corrispettivo di un canone di locazione. Gli ex proprietari possono inoltre acquistare l’abitazione a prezzi molto vantaggiosi. Il fondo Salva casa riveste una finalità sociale: esso punta a permettere agli ex proprietari di continuare a vivere nella propria casa in cambio di un corrispettivo per avere l’opportunità un domani di ricomprarla a un prezzo vantaggioso. Orbene, la questione legata al sovraindebitamento e alla perdita del lavoro con conseguente emergenza abitativa e lavorativa, non può più essere considerata un problema limitato alle singole famiglie coinvolte, ma al contrario: essa si staglia su tutto il territorio Nazionale, regionale ed in particolare la provincia di Ragusa e nello specifico la città di Vittoria (la più colpita). Tre le richieste che proponiamo e sottoponiamo alla politica tutta: 1) Riconoscimento della condizione di fragilità dei nuclei familiari soggetti ad esecuzione immobiliare per la prima ed unica casa da parte dell’Assessorato Regionale della Famiglia. 2) Predisposizione da parte della Regione Siciliana di linee guida che mirino all’adozione di un Regolamento comunale per l’emergenza sociale del sovraindebitamento con conseguente perdita del lavoro e della casa, 3) Interventi economici-finanziari effettivi e concreti da parte dell’Assessorato Regionale della Famiglia per l’accompagnamento dei nuclei familiari alla risoluzione temporanea dell’emergenza abitativa e lavorativa. In questo contesto i singoli Comuni potrebbero adottare strategie efficaci, volte al superamento non solo dello stato di emergenza ma anche al recupero pieno della persona e della propria autonomia socio-economica. L’intervento, quindi troverà applicazione in una dimensione di politica sociale integrata che coinvolga diversi attori in un’unica cabina di regia: 1) I servizi sociali in merito alla verifica dell’effettivo stato di bisogno (disagio economico, perdita di lavoro, dispersione scolastica, disabilità, soggetti fragili) dell’eventuale presenza o rischio di insorgenza di stati patologici (depressione, stati d’ansia, alcolismo, gioco d’azzardo); 2) Comune, e/o Istituto case popolari, alloggi confiscati alla mafia, edilizia privata per la soluzione abitativa temporanea; 3) Centro per l’impiego, e/o APL per eventuali percorsi di recupero dell’autonomia economica e ricollocamento nel mondo del lavoro.