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Le Ong difendono il rimorchiatore Mare Jonio

Redazione
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La Mediterranea Saving Humans scende in campo a difesa del rimorchiatore Mare Jonio e dalle colonne del QuotidianodiSicilia.it arriva ad accusare il procuratore di Ragusa, Fabio D’Anna, di essere prevenuto: “Ha più volte esternato pubblicamente la sua crociata contro le Ong ed è arrivato a sostenere che ‘bisogna che non passi l’idea che sottrarre i migranti dalle mani dei libici possa essere una cosa consentita’”.

La Procura Iblea, lo ricordiamo, ieri ha accusato la Mare Jonio di aver incassato denaro per prendere a bordo i 27 naufraghi di un cargo danese. Ma secondo la Ong l’indagine punterebbe “a colpire la pratica del soccorso civile in mare che Mediterranea promuove dal 2018” e da questo, sempre a loro dire, è nato “il vero e proprio teorema giudiziario in cui si ipotizza che le attività di soccorso e salvataggio siano preordinate allo scopo di lucro”. “Idra social shipping – ha sottolineato l’ong parlando dell’armatore della Mare Jonio – non ha mai fatto nulla di illegale e lo dimostrerà presto nelle sedi competenti”. 

Secondo l’accusa, invece, Mare Jonio (che opera soccorsi in mare per conto di Mediterranea, peraltro estranea all’inchiesta), gestita dalla compagnia armatoriale Idra social shipping, avrebbe, simulando un’emergenza sanitaria a bordo e in cambio di “un’ingente somma” pagata dall’armatore danese, preso in carico i 27 migranti salvati in mare dalla Maersk Etienne, che li aveva soccorsi 37 giorni prima, consentendo al cargo di riprendere l’attività commerciale. Gli indagati sono il comandante della Mare Jonio, Pietro Marrone, il capo missione Luca Casarini, l’ex assessore comunale di Venezia Beppe Caccia e il regista Alessandro Metz, accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violazione delle norme del codice della navigazione.

Per Mediterranea, invece, “la macchinazione ipotizzata è talmente surreale da rendere evidente quale sia il primo e vero obbiettivo di questa operazione: creare quella ‘macchina del fango’ che tante volte abbiamo visto in azione nel nostro Paese, dal caso di Mimmo Lucano alle inchieste di questi giorni contro chi pratica la solidarietà ai migranti che attraversano la rotta balcanica, e sparare ad alzo zero contro chi come noi non si rassegna al fatto che da inizio gennaio ad oggi siano già centinaia le donne, uomini e bambini lasciati morire nel Mediterraneo, e si contino già a migliaia i catturati in mare e deportati nei campi di concentramento libici, finanziati con i soldi dell’Unione Europea e dell’Italia”.

 

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