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Ieri, nella Basilica di Vittoria, la messa per ricordare la tragica morte di Alessio e Simone D'Antonio

Redazione
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Si è svolta ieri sera, nella Basilica di S. Giovanni Battista, la celebrazione della messa in ricordo di Alessio e Simone D’Antonio. A celebrarla, il vescovo di Ragusa, monsignor Carmelo Cuttitta.

“Solo mani criminali, arroganti e violente- ha detto al quotidiano La Sicilia il commissario Filippo Dispenza, che ha voluto partecipare alla celebrazione- hanno impedito loro di realizzare i propri sogni. Mi auguro che Vittoria si possa finalmente liberare e non essere ostaggio di questi criminali. Vittoria è una città bellissima che merita tantissimo, che ha creato un’economia, dai prodotti della terra, talmente ricca e straordinaria che può dare benessere a tutti, ma solo se l’economia rimane legale. Altrimenti arricchirà solo pochi e sempre i soliti noti criminali. Mi auguro quindi che nel nome di Alessio e Simone, nel loro segno, Vittoria possa rinascere. Deve e può farlo”. 

Il Vescovo ha espresso la sua vicinanza alle famiglie, sollecitandole ad avere fede per trovare la forza di continuare a vivere ed alleggerire il peso del dolore. Al termine della messa, è stato letto un messaggio scritto dalle due famiglie che hanno voluto ringraziare i vittoriesi, la Commissione Prefettizia e la autorità presenti, la scuola frequentata dai due bambini, la Portella delle Ginestre, ed i loro compagnetti, l’equipe del Consultorio di ispirazione Cristiana, “Don Enrico Arena”, la diocesi ed il Vescovo, i genitori del gruppo “Cielo e Terra”, l’associazione “Vittoria in Cammino” e le loro stesse famiglie.

“E’ trascorso un anno carico di dolore e paura, di ricordi e lacrime- hanno aggiunto attraverso la lettera- un anno in cui la fiducia nella giustizia è cresciuta, ma ora ci resta solo tanta speranza che si riveda l’esito finale, nel rispetto delle vite spezzate dei nostri figli e della dignità di ogni singola persona.  Un anno difficile da vivere, ma l’amore per Alessio e Simone ci hanno aiutato a non fermarci e la preghiera e la vicinanza di tanti ci hanno sostenuti ed incoraggiati a muovere piccoli passi, a non chiudere il nostro cuore nella disperazione e nel dolore”. 

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