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Corso Cavour: "perché aiutare i commercianti locali a ripartire"

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Chi scrive è un gruppo di commercianti, proprietari di piccole attività commerciali site a Vittoria e Scoglitti, nella ridente provincia siciliana di Ragusa detta anche la Patria di “Montalbano”. Siamo i cosiddetti negozi di vicinato, i negozi del Centro Storico. Come gran parte delle attività del nostro settore, a causa della pandemia, siamo state tra le prime a chiudere e le ultime a riaprire. Per lo Stato valiamo soltanto “600 €”. Non stiamo qui a dire che la nostra categoria vale più delle altre, vedi come sono state trattate le aziende del turismo, ma oggi più che mai siamo tutti quanti sullo stesso piano e abbiamo tutti quanti le stesse difficoltà. Quello che ci lascia senza parole è il modo in cui il settore dei commercianti viene ancora considerato. Noi, sfatando i vecchi luoghi comuni, non siamo certamente tutti evasori, non gonfiamo i prezzi, non giriamo con la Ferrari, non abbiamo sedi fiscali all’estero. Circa il 60% del nostro lavoro (se non di più) viene preso dallo stato! Ma siamo contenti di pagare le tasse, perché con l’IVA aiutiamo i medici a salvarci la vita, con l’UNICO aiutiamo la Scuola per l’istruzione dei nostri figli, con l’INPS copriamo la pensione dei nostri genitori che ci hanno aiutato a vivere in questo periodo! Siamo contenti anche di garantire lo stipendio a quei dipendenti pubblici che il 30 ottobre ci invieranno le cartelle esattoriali per non aver onorato tutto questo!! 
Oggi possiamo dire che 70 giorni di chiusura in una situazione sicuramente emergenziale hanno prodotto danni difficili da riparare. Eravamo pronti per i saldi delle collezioni invernali e soprattutto eravamo già pronti per la Pasqua, per la Via Crucis, abbiamo emesso assegni a garanzia della merce arrivata che nessuno ci aiuterà a coprire, perché sebbene tutti ci stiano invitando a richiedere finanziamenti per il famoso decreto liquidità, non è detto che tutti possano averli perché la maggior parte degli imprenditori italiani lavora già con fidi o prestiti. Non siamo qui a chiedere che sia lo Stato a doversi far carico dei nostri acquisti, dei nostri affitti, delle nostre utenze, ma vogliamo gli strumenti per poterlo fare. Ecco perché chiediamo, non la sospensione, ma l’annullamento da marzo fino a dicembre 2020 di tutti gli oneri fiscali che avremmo dovuto sostenere. Tanto non riusciremo a pagarli lo stesso! Chiediamo di poter contrastare le vendite online ad armi pari con una equa tassazione nei confronti dei grandi colossi del e-commerce.
Perché è importante aiutare oggi più che mai i commercianti locali a ripartire?
Per mantenere vivi i centri storici perché rappresentano la vera forza di questo paese, nonostante è da anni che le grandi catene hanno impoverito sia i centri città, ma soprattutto hanno sottratto risorse economiche e deriso i diritti del lavoro, senza parlare dei grandi colossi internet con i quali è impossibile lottare, vista la bassa tassazione che hanno. Immaginate solo per un momento come sarebbe la vostra città, il vostro Centro Storico, con pochi negozi e qualche bar aperto!
Oggi questa è la nostra realtà, quella che ogni giorno ci troviamo ad affrontare e con il dubbio se il prossimo mese riusciremo a mantenerla aperta. Tutte le difficoltà in un modo o nell’altro le abbiamo sempre superate ma questa volta sarà veramente dura uscirne.
Siamo commercianti, siamo persone, siamo il Centro Storico. Abbiamo bisogno di un aiuto reale, di fatti concreti, non di parole! Quelle lasciamole agli opinionisti, tanto lo stipendio per loro è assicurato. Abbiamo bisogno nel limite del possibile di tornare a costruire parte di quello che il virus ha distrutto, non di richiedere un finanziamento per pagare i debiti.

Noi valiamo più di “600 €”. Noi siamo lo Stato !!

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