La Cna territoriale di Ragusa ha inviato questa mattina una lettera aperta al commissario straordinario del Libero consorzio comunale, al presidente della Camera di Commercio e ai sindaci dei comuni della provincia avente ad oggetto la cosiddetta “Fase 2”.
Nel documento, firmato dalla presidenza territoriale Cna guidata dal presidente Giuseppe Santocono, si precisa come la “Fase 2 sta per partire ed essa segnerà la ripartenza di molte attività economiche che da quasi due mesi sono chiuse o solo parzialmente operative. Le microimprese di servizio, dove di solito le persone si concentrano (centri estetici e di acconciatura, bar e ristoranti, alberghi e b&b, pub, officine, attività commerciali varie) in questo periodo hanno vissuto e vivono una situazione surreale. Lo stop forzato ha compromesso in modo significativo la loro posizione economica”. “L’approssimarsi della loro riapertura – prosegue la nota – caratterizzata da una serie di doverose limitazioni, non garantisce e non garantirà una ripresa immediata delle stesse. In molti hanno forse pensato che il problema di queste microimprese fosse esclusivamente la liquidità, cioè la disponibilità di mezzi finanziari, sia nel periodo del blocco totale o parziale e sia alla ripartenza, dopo di che la loro redditività sarebbe tornata normale. Ma analizzando l’andamento di alcune attività che sono rimaste aperte (autoriparatori, lavanderie, commercianti di materiali per l’impiantistica ed altre) emerge che non è stato e non è così; molto probabilmente non sarà così neanche per quelli che potranno riaprire a partire dal 4 maggio. In questi due mesi è successo che i ricavi si sono fermati, mentre i costi sono andati avanti, sommandosi ai debiti pregressi. Questo ha aperto un problema economico e patrimoniale significativo. Per superare questo ostacolo servono, subito, misure capaci di contenere rapidamente tali perdite; altrimenti il rischio è che il credito messo a disposizione non solo non è e non sarà sufficiente, ma finirà per pesare come un macigno sulle condizioni economiche di tante piccole attività facendole indebitare sempre più”. “Di fronte ad una situazione così grave – continua la lettera aperta – servono misure straordinarie, concrete ed immediate che devono partire dai Governi nazionale e regionale, ma anche dall’ex Provincia regionale, dalla Camera di Commercio e dai Comuni. Occorre che tutti questi enti abbiano immediata contezza di tutte le somme che nei loro bilanci possono essere destinate verso i settori produttivi, anche tagliandole da altri capitoli importanti che in questo momento diventano secondari, con uno sforzo mai visto nel passato proprio perché l’attuale situazione non si è mai vista nel passato”.
La Cna avanza delle richieste specifiche. “Al commissario straordinario del Libero consorzio comunale – è spiegato – chiediamo l’immediata convocazione di un incontro con tutte le parti socio-economiche per una rapida verifica degli stanziamenti attualmente non spesi dei cosiddetti “Fondi ex Insicem” al fine di riconvertirli verso misure immediate nei confronti delle imprese: non è possibile continuare a tenere milioni di euro nei cassetti per progetti futuribili mentre la situazione economica nel nostro territorio rischia di volgere in breve tempo verso una catastrofe dai contorni incerti ma sicuramente drammatici. La stessa richiesta rivolgiamo al presidente della Camera di Commercio: si convochi immediatamente una riunione del Consiglio camerale allargata alle parti socio-economiche del territorio per condividere le misure necessarie a mettere immediatamente in circolo tutte le risorse disponibili, annullando ogni altro progetto e indirizzando tutte le energie verso il tessuto produttivo, che è lo scopo principale dell’ente in questione. Ai sindaci dei Comuni della nostra provincia chiediamo uno sforzo particolare pur comprendendo le difficoltà finanziarie in cui si dibattono. Oltre a tutte le altre risorse rinvenibili nelle pieghe dei bilanci, c’è l’art. 112 del decreto legge n.18 del 17 marzo 2020 che prevede la sospensione per il 2020 del pagamento delle quote capitali dei mutui concessi dalla Cassa depositi e prestiti e la loro utilizzazione per il finanziamento di interventi utili a far fronte all'emergenza Covid-19. Secondo la Cna, la disponibilità di queste somme dovrebbe essere innanzitutto utilizzata per rimodulare alcune tasse e imposte comunali. In particolare: la Tari, il canone idrico, il Cosap e l’Imu devono essere azzerate per il trimestre marzo, aprile, maggio, mentre per i mesi successivi vanno sensibilmente ridotte, almeno fino al mese di dicembre; i ruoli esattoriali relativi a tasse e imposte comunali vanno sospesi, attivando, invece, una rateizzazione agevolata delle stesse; molte attività operano in locali non di proprietà e hanno già ora problemi per regolarizzare l’affitto: in questo caso vanno previsti aiuti immediati; per la pulizia e la sanificazione dei locali di molte attività e per l’acquisto dei dispositivi di protezione individuale vanno previsti contributi ad hoc oppure un’ulteriore riduzione delle tasse e delle imposte comunali; per il comparto delle costruzioni vanno ridotti, ove possibile, gli oneri di urbanizzazione; vanno sbloccati tutti i progetti, grandi e piccoli, di riqualificazione urbana e idrogeologica, rimettendo così in moto i lavori pubblici; vanno liquidati i lavori pubblici già eseguiti e fatturati; vanno accelerati i tempi di rilascio delle concessioni edilizie”. “Queste – conclude la lettera aperta – sono alcune soluzioni immediate che proponiamo; se altre ce ne sono, siamo disponibili a discuterne, ma i tempi devono essere velocissimi: ne va della tenuta di buona parte del nostro sistema economico. Il blocco delle attività per il Covid-19 sta indebolendo fortemente le microimprese e se è vero che le stesse sono “la spina dorsale della nostra economia” non bisogna perdere altro tempo: le Amministrazioni locali si attivino definendo e rendendo immediatamente operative queste misure. Il coraggio di dare sostegno oggi alle imprese, ci eviterà di doverne certificare domani la morte”.