Approda in Quirinale il caso del ricercatore universitario vittoriese Giombattista Scirè, che lo scorso mese aveva scritto al Presidente Matterella per denunciare il suo 'caso' di vincitore di concorso con decisione di un Giudice amministrativo ma senza aver potuto insegnare all’ Università di Catania, se non solo per pochi giorni, e di chiedere il suo autorevole intervento per ottenere quella giustizia accademica che neanche i giudici amministrativi e penali erano riusciti a dargli.
La presidenza della Repubblica ha risposto a Scire’ tramite il direttore dell’Ufficio per gli affari dell’Amministrazione di Giustizia, il consigliere Stefano Erbani.
Naturalmente il Quirinale non entra nel merito della questione ma fa sapere che «il Capo dello Stato segue con grande attenzione le questioni da lei evidenziate nella convinzione che, anche nel settore universitario, occorre sempre seguire i principi di legalità e trasparenza».
«Le Università italiane - prosegue la nota del Quirinale - possono vantare livelli di eccellenza in vari campi del sapere e riscuotono i migliori risultati solo laddove si fondano sull'autonomia e libertà dell’insegnamento, guidate esclusivamente dal principio del merito. Le auguro di trovare riscontro alle sue aspettative nel corso della carriera universitaria».
E’ naturalmente una lettera d’intenti e di condivisione della 'battaglia' lanciata dal ricercatore di Vittoria, di fare prevalere trasparenza e merito nella selezione del personale docente delle università italiane. "Il presidente Mattarella - afferma Scirè - con tutto il peso intellettuale e morale della sua persona e della carica istituzionale che ricopre, lascia intendere senza mezzi termini di essere al mio fianco, al fianco di tutti i docenti, nel perseguire i principi di legalità , trasparenza e merito». (fonte ANSA)
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