I valori della legalità, della lotta alla Mafia, il contrasto contro ogni forma di violenza, la lealtà contro l’omertà e il silenzio: tutto questo, e ben altro ancora, rappresentava l'Albero della Legalità, che era stato piantumato in Piazza Gramsci in occasione del venticinquesimo anniversario della strage di Capaci, alla stessa ora della detonazione; omicidio che costò la vita a uomini dello Stato e alle loro scorte.
È stato estirpato ingiustificatamente e con troppa leggerezza si è colpito un valore, un bene di tutta la comunità cittadina, un simbolo che riuniva tutti sotto la stessa bandiera: quella dell’impegno civile e della lotta pacifica e democratica.
Giorno 6 dicembre, è stata offesa l’intera città!
Un semplice albero, pronto a crescere e ad irrobustirsi, di piccole dimensione, a significare la costante e continua crescita della legalità nella coscienza civile di tutti, ma dal significato e dal ricordo importante: quello di Falcone di Borsellino; un segno concreto e tangibile di una comunità impegnata a portare avanti i concetti di onestà e legalità.
Era stato piantumato alla presenza delle massime autorità cittadine: dal Presidente del Consiglio comunale Andrea Nicosia, all’ex magistrato del pool antimafia Antonio Ingroia e in un luogo “simbolo” della resistenza e dell’impegno civile: P.zza Gramsci e la Struttura permanente che in questi lunghi mesi ha visto scioperare e manifestare con azioni importanti, come lo sciopero della fame, tre volontari, con la presenza significativa e costante di movimenti e associazioni impegnate a sostegno di chi è vittima dell’affarismo bancario, dalle aste giudiziarie e che soffrono per la pressante crisi che ha messo in ginocchio tante famiglie.
“Certi di un riscontro che porti al primo posto i principi nobili per cui l'albero era stato piantato – dichiarano dal comitato di Altragricoltura,-, auspichiamo che l'amministrazione comunale rimetta l'albero della legalità nella sua allocazione originaria e laddove ci siano responsabilità di negligenza, nell’espletamento del proprio lavoro, chiediamo di prendere i dovuti provvedimenti.
(foto: pagina socila Altragricoltura)