La pandemia da Covid-19 ha determinato, anche in Sicilia, forti ripercussioni sul sistema economico regionale, sebbene con risultati differenti tra i principali settori dell’economia siciliana. E’ quanto, in sintesi, il presidente regionale di Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti, ha illustrato, ieri pomeriggio, nella nuova sede dell’associazione di categoria a Palermo, ai rappresentanti di Bankitalia che si stanno occupando di esaminare le dinamiche congiunturali a livello isolano per trarne spunti utili ai fini di una ricerca destinata ad aiutare il mondo del credito, quello delle istituzioni e la politica a trovare le soluzioni adatte per sostenere il comparto del commercio. Bankitalia era rappresentata da Pietro Raffa, direttore della sede di Palermo, e da Antonio Lo Nardo e Giuseppe Ciaccio, entrambi ricercatori della divisione Analisi economia territoriale dell’istituto di credito. “Gli scenari economici per il 2021 e per il 2022 – ha illustrato Manenti, rispondendo alle sollecitazioni degli esponenti di Bankitalia che lo hanno intervistato – sono due. Entrambi ipotizzano una inversione di tendenza a partire dalle prossime settimane, quando la pandemia (si spera) comincerà a declinare. Il primo scenario è quello più favorevole. Il prodotto interno lordo (Pil) della Sicilia è stimato che cresca in breve tempo rispetto all’annus horribilis del 2020. Anche i consumi delle famiglie sarebbero destinati a crescere lievitando così di circa 100-200 milioni di euro, solo per la Sicilia, rispetto a quelli attuali. Sul fronte degli investimenti, il segmento delle costruzioni, grazie all’utilizzo del superbonus 110, crescerebbe anche di un 10%. Il secondo scenario è quello meno positivo. Il recupero del Pil è previsto con note molto deboli, mantenendo un divario rispetto al 2019 di 1.664 euro, contro i 1.499 euro del quadro precedente. Siamo convinti che il Governo nazionale e, a ruota, il Governo regionale non erogheranno più contributi a fondo perduto per le imprese. Questo perché sarebbero stati creati, a detta di entrambi gli esecutivi, i presupposti per una ripresa delle attività e dell’occupazione. Siamo convinti che sia necessario prorogare il blocco licenziamenti per tutto il 2021 e per parte del 2022 al fine di rimettere in piedi il tessuto economico e sociale della nostra isola”. “Con la legge finanziaria, il governo regionale – ha aggiunto ancora Manenti – ha destinato 200 milioni di euro ai Comuni, per assistenza alimentare alle famiglie più disagiate e ulteriori 100 milioni di euro per istituire, presso l’Irfis, un Fondo per il finanziamento al consumo per le famiglie. Previsti prestiti, in parte a fondo perduto, fino a cinquemila euro, a interessi zero. Inoltre, occorre precisare che per il sostegno alle imprese la Regione ha previsto due tipi di interventi: sovvenzioni e finanziamenti per il credito d’esercizio per assicurare la liquidità. Dunque, non si può non usare una parte dei fondi del Recovery plan per il rilancio e il sostegno all’occupazione, abbassando il cuneo fiscale alle imprese, esonerando il 30% dei contributi previdenziali da versare per gli occupati delle aziende delle aree del Sud, detassando straordinari e premi produzione. Abbiamo chiesto di supportare le imprese più sofferenti con interventi finanziari a fondo perduto e non con bonus e assistenza. In questo senso anche il mondo del credito, nel rispetto delle normative vigenti, può fornire al comparto una grossa mano”. Confcommercio Sicilia ha poi chiarito a Bankitalia di avere chiesto, durante il periodo pandemico, interventi urgenti di contenimento delle chiusure e delle sospensioni delle attività e azioni necessarie per ridurre l’impatto che la situazione ha avuto e sta avendo su tutti gli attori che operano per l’animazione culturale dei territori come, da sempre, fanno le Pro Loco. E anche e soprattutto per le fiere e per tutte quelle imprese che fanno catering e manifestazioni legate a concerti e spettacoli. In sostanza occorrono, se si vuole ripartire nel migliore dei modi, contributi per organizzare eventi al 100%, in quanto l’autofinanziamento ormai sarà quasi impossibile.