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Green pass, i primi giorni di applicazione del decreto per gli operatori della ristorazione in provincia di Ragusa

Fipe Confcommercio fa il punto: “Alcuni chiarimenti con la circolare del ministero dell’Interno. Ma il quadro è da definire”

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Green pass, i primi giorni di applicazione del decreto sul possesso della certificazione verde da parte degli operatori del settore della ristorazione. Fipe Confcommercio ha cercato di comprendere, anche in provincia di Ragusa, in che modo si stanno muovendo gli associati. Emerge che il modo di interagire con i consumatori non è uniforme. “C’erano tutta una serie di interrogativi che erano rimasti in sospeso – afferma il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti, per conto di Fipe – ed è importante che, il ministero dell’Interno, con una propria circolare, abbia evidenziato la distinzione tra la verifica da parte dell’esercente del possesso della certificazione verde per i soggetti che intendono accedere alle attività per cui essa è prescritta e la dimostrazione dell’identità del titolare della certificazione mediante l’esibizione di un documento di riconoscimento. E’ stato precisato, infatti, che la verifica dell’identità ‘ha natura discrezionale ed è rivolta a garantire il legittimo possesso della certificazione medesima’, ma che diviene ‘necessaria nei casi di abuso od elusione delle norme, come, ad esempio, quando appaia manifesta l’incongruenza con i dati anagrafici contenuti nella certificazione’”. Manenti, facendo riferimento alla suddetta circolare, aggiunge che “la sanzione per l’accertata non corrispondenza tra possessore e intestatario della certificazione verde è applicabile solo nei confronti dell’avventore, ‘laddove non siano riscontrabili palesi responsabilità anche a carico dell’esercente’”. Al di là dei chiarimenti, comunque, Confcommercio ribadisce che “pur restando ferma la volontà di contribuire allo sviluppo della campagna delle vaccinazioni, gli esercenti non possono certo sostituirsi ai pubblici ufficiali”.

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