Adesso sarebbe certificato? Dalle notizie giornalistiche di oggi, che per la verità non sorprendono vista la mancata convocazione CIPE preannunciata da due Ministri, la “RG/CT NUOVA” non è economicamente sostenibile. Quindi quasi certamente così come ce l’hanno confezionato da 20 anni non si farà! Promesse, impegni, proclami, carte, burocrazie, timbri, timbrini, GAZZETTA UFFICIALE sostenibilità ecc. ecc. decine di presidenti del consiglio e regione, ministri ed assessori di tutti i colori incontrati e con cui abbiamo condiviso un percorso tortuoso ma sempre nella direzione della fattibilità...”tutto in fumo e da rifare?!”. Questa vicenda, triste, mette in evidenza l’inconsistenza politica e amministrativa di generazioni di rappresentanti politici e burocratici dal millennio scorso ai giorni nostri. Facciamo ordine, come è sempre stato nel nostro costume, onde evitare dichiarazioni roboanti che possono nuocere al vero obiettivo e confondere cittadini ed imprese: 1) dopo le ipotesi di fattibilità del 1998, le nostre manifestazioni, monitoraggio e stimolo continuo, il 28/12/2006 con la conferenza di servizio alla Regione Siciliana (presenti tutti i responsabili istituzionali e burocratici della infrastruttura) ci dissero che l’unico modo per realizzare il raddoppio era il progetto di finanza con il “cofinanziamento da parte di un soggetto privato e conseguente tariffazione”; “ob-torto collo” accettammo tale richiesta e da allora in poi tutti i governi regionali, nazionali ed europei fino, agli attuali, hanno confermato tale procedura. 2) Il Ministero dell’Economia (MEF) e delle Infrastrutture ((MIT) con i ministri e le burocrazie relative hanno portato avanti i passaggi, obbligandosi secondo legge, per “questo Progetto di Finanza”. 3) Sottolineiamo che il capo vigilanza delle concessioni autostradali MEF ha seguito, in costanza di incarico e con tutti i governi, il raddoppio della RG/CT…ma continua ad avere perplessità sulla sostenibilità economica finanziaria e della tariffazione.In particolare la perplessità fa riferimento alla bancabilità; come è facilmente riscontrabile dalla legge che regola il P.F. il concessionario non può passare alle richieste di finanziamento bancario se non dopo l’approvazione del definitivo e con gara ad evidenza pubblica. Non si capisce, quindi, l’origine di tale eccezione rilevata?! Già in tal senso una domanda sorge spontanea: perché si arriva a bloccare tutto dopo avere firmato il Preliminare, la Convenzione (7/11/14) e a un passo dall’Esecutivo sviscerato e confermato con più addendum alla convenzione (su richiesta del MEF che superano ogni dubbio del PEF). Ed ancora dopo l’intervento sostanziale della Regione per l’abbassamento delle tariffe a categorie ampie di cittadini, con un intervento pari a quasi 1 miliardo di euro per la durata della concessione e concordato in maniera solenne nei ministeri competenti, perché si arriva a bloccare tutto?! 3) Anche la Regione, dopo aver appena confermato con delibere di giunta l’intervento sopra richiamato, torna indietro e intende avocare l’opera con un piano B di cui si hanno solo affermazioni di buona volontà. Quali le garanzie rispetto ad una procedura già maturata che è stata espletata e che avrebbe tutto per essere perfezionata se ci fosse la volontà politica nazionale? Detto ciò non abbiamo preferenze per alcuno su chi realizza l’opera, ma non è possibile fermare tutto senza garanzie per tempi e modi affossando una procedura che ci è stata imposta e che è l’unica che garantisce, con un minimo di credibilità, la realizzazione! Perché lo STATO non garantisce la parte che manca (se veramente manca) per arrivare ad aprire un’infrastruttura che grida da anni la necessità assoluta di essere realizzata? “saremmo felici se burocrati, politici, ed amministratori che rimandano, rinviano e frappongono orpelli burocratici, si alzassero dalle loro comode e pagate poltrone dal pubblico denaro percorressero la Ragusa Catania almeno una volta…Credo che capirebbero subito come su quella strada si rischia la vita oltre che infrangere il diritto costituzionalmente garantito della mobilità che a noi ci è negato!” Quali rappresentanti di categoria che vivono di mercato e che subiscono costi incalcolabili per il deficit strutturale delle vie di comunicazione abbandonate da anni in questo lembo d’ITALIA rimaniamo “increduli” dopo le solenni affermazioni di due ministri (Toninelli e Lezzi) che pubblicamente davano già per scontato il passaggio al CIPE prima nella seduta di gennaio e, dopo lo stop, entro il mese successivo! Non possiamo che sottolineare la AFONIA, L’INVISIBILITA’ e L’INERZIA dei nostri rappresentanti politici regionali e nazionali tutti di ieri e di oggi nella difesa del territorio per un’opera a valenza nazionale. Dopo la mobilitazione, all’indomani del mancato passaggio al CIPE definiremo come associazioni di categoria, come già preannunciato, tempi e modi per manifestare, ancora una volta, la volontà assoluta della realizzazione del raddoppio, vitale per cittadini ed imprese di un territorio oltremodo vilipeso.