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In viaggio con Cris Nania

Alla scoperta di un musicista "poeta e marinaio"

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Un disco dalla lunga lavorazione, già pubblicato, che cresce nel consenso dei suoi ascoltatori, dal titolo "...del mare, del sogno, dell'amore...". Video che su youtube superano le centomila visualizzazioni, premi e riconoscimenti. E' un grande momento per la carriera di Cristoforo Nania, noto anche come "Cris", cantautore e musicista scoglittese. Va a gonfie vele, e dove potrebbe arrivare, "lo scopriremo solo vivendo", risponde sorridendo Cris. 

Accanto al suo nome, gli appellativi "poeta" e "marinaio" sono ricorrenti. Nella sua ricerca musicale suoni blues che vengono da lontano si fondono con quelli marini, evocativi, della nostra isola; le note si mescolano a parole che raccontano i viaggi, l'amore, le passioni e le disperazioni -  la musica di Cris ha grande attenzione verso la società odierna e i suoi drammi. Abbiamo avuto così l'onore di conversare a lungo con Cristoforo Nania... 

d: Sei nato a Scoglitti, un tuo famoso brano si intitola Navigare e ti definisci un “marinaio”. Da dove proviene questa tua descrizione da “navigatore”?

r: Sono nato in un borgo marinaro e mi chiamo Cristoforo, un destino segnato non ti pare? Mi definisco marinaio al di là del fatto di essere andato davvero per mare su navi, ma in quanto spirito libero e andare dappertutto, in quanto aver vissuto su spazi infiniti, e di viverli ancora questi spazi mentalmente, in quanto uomo di mare, pronto ad ogni esperienza.

d: Il mare è un tema preponderante della tua narrazione musicale: puoi raccontarci come nasce questo rapporto, come influisce nella tua musica, in che direzione porta la tua ispirazione?

r: Amo il mare per tutto ciò che la nostra mente gli dà a rappresentare. Non c'è una direzione, si va e basta.

d: Spesso hai fatto riferimento ai tuoi viaggi per il mondo. Più volte poi sei stato in Cina, suonando anche a Pechino. Nel tuo peregrinare, quale posto ha influenzato di più le tue scelte musicali? E quale invece vorresti ancora conoscere?

r: Non c'è un posto in cui non pensi di ritornare, li amo tutti, perché sono comunque state delle scelte, casuali o volute, ed in tutti i posti dove sono andato è rimasta parte di me e mi è rimasta parte di essi. Avendo conosciuti amici africani residenti a Pechino, si è pensato di andare nel loro paese di origine che è lo Zambia.

Le mie scelte musicali hanno radici antiche. Nascono in me ancora giovanissimo, seguendo il flusso musicale del jazz di new orleans, per poi mutare in blues, ancora oggi la mia radice portante, e innamorandomi della musica italiana dei vari De André, Dalla, De Gregori. In effetti nasco alla scuola genovese ed ancora oggi mi definisco di quella scuola.

d: La scuola genovese, che ha donato il cantautorato più celebre della tradizione italiana. Chi è, per te, il maestro, il riferimento, l’ispirazione maggiore?

r: Risposta quasi ovvia! Il Grande Fabrizio! [De André ndr]

d: Sei affezionato sinceramente alle tue origini, il richiamo della terra siciliana è fortissimo, continuo, nei tuoi brani. Penso – per esempio – a Tu sai di Sicilia. Qual è il tuo rapporto con l’isola?

r: Tu sai di Sicilia è un inno alla mia terra, alle donne di sicilia, è uno spot per la mia isola per chiunque ascolti le parole. La Sicilia è la casa madre a cui tornare sempre, e la sposa che ti accoglie al ritorno del viaggio, è l'amante che ti aspetta di nascosto per donarsi con passione, La Sicilia, terra di amore e contraddizioni.

d: In precedenza l’hai già definita come femminea, “puttana” e “vergine” al tempo stesso. Vuoi spiegarci meglio questo concetto?

r: Ho definita la mia terra “puttana”, in quanto conquistata ed alle volte stuprata da ogni genere di popolo, da nord e sud del mondo, e “vergine” perché pur nella sua veste di donna per tutti ha fatto innamorare i suoi conquistatori per la purezza che è insita in essa.

d: Oggi la Sicilia sembra vivere una difficile condizione. Qual è la tua percezione sullo stato delle cose?

r: Oggi la sicilia vive un momento di abbandono, come di vedova, guardata con occhio malevolo da quelle tristi comari da vicolo della politica attuale.

d: I tuoi ritmi musicali spesso sfociano nel blues. La creazione della melodia è molto ricercata, l’effetto è trascinante. Nei testi invece si ricorre a nostalgie e, a volte, anche la tristezza coglie l’ascoltatore. Sembra davvero uno spirito blues, in cui si fondono speranza e profondità di pensiero.

r: È uno spirito blues, che con la sua forza e malinconia ben sa come esprimere il proprio dolore la propria gioia. I testi narrano quello che sono stato e che sono, pieni di delusione ma anche di speranza.

d: Ricordo un’intervista radiofonica in cui citavi Vitti na crozza, e raccontavi di come noi siciliani siamo capaci di raccontare storie tristi, essendo allegri…

r: E si, noi siciliani siamo una razza speciale, gente che sa parlare della morte con estrema leggerezza, creando ritornelli gioiosi attorno a ciò che di brutto ci circonda.

d: Il tuo quindi è un blues siciliano ancorato alla nostra tradizione? Riusciresti a dare una definizione del tuo genere?

r: Il mio genere... qualcuno esagerando mi definisce "poeta", bontà loro, che mi danno questo onere e questo onore. Io mi definisco un cantautore o alle stregua dei vecchi cantastorie pur nella attuale modernità.

d: Musica e poesia, nella tradizione cantautorale, si fondono e legano indissolubilmente. Cos’è per te la poesia? Quale poeta ti ha ispirato maggiormente?

r: La poesia, per me, è semplicemente l'arte di trasporre le proprie emozioni sulla carta. Possono essere altrettanto meravigliose quella di un bambino come pure quella di un Vate. È importante cosa sanno trasmettere.

d: L’effetto ottenuto è anche merito del gruppo che ti sostiene, la Locanda di Cris, che ti accompagna e collabora, e arricchiscono la tua esperienza musicale. Sono quasi tutti musicisti del luogo. Siete una band puramente sicula!

r: Si una band prettamente sicula con elementi di grande valore musicale. Gente di Vittoria, di Ragusa e di Modica.

d: In passato hai fatto spesso ricorso ad un tema, quello del percorso, della ricerca: di cosa è alla ricerca il cantautore e l’uomo Cristoforo Nania?

r: Hai presente il filosofo con la lanterna? Anche io come lui, cerco l'uomo, me stesso, cerco sempre il senso delle cose e della vita

d: Nella tua musica non manca l’impegno sociale; mi riferisco in particolare a due brani, “esodati” e “migrano”, in cui affronti due temi complicati. Qual è la tua opinione su due temi così importanti, come le migrazioni e la perdita del lavoro?

r: Migrano è una storia di oggi, un testo che racconta la storia di questi disperati che cercano fortuna in una altra parte di mondo. Lasciando il certo per l'assolutamente incerto. Scommettendo tutto quello che hanno, compresa la loro vita. E che spesso e sovente perdono sia la scommessa che la vita. Personalmente sono contrario a questo assurdo tracimare di uomini.

Esodati non è che la storia di un uomo ancora in età da lavoro, storia che si rifà all'attualita in Italia, un uomo che perde il lavoro per colpa altrui e che si sente sconfitto dal sistema, ma nelle parole del testo vi è chiara una forte voglia di rivalsa e di ricominciare. E quindi un messaggio comunque positivo.

d: Spesso canti l’universo femminile. Lodi la sua bellezza e sensualità. In alcuni brani sembra esserci nostalgia, passione. Qual è il tuo rapporto, da artista e da uomo, con le donne?

r: Ah! Le donne, un mistero tutto da scoprire, e non sono bastati secoli, sino ad oggi a carpirne i segreti. Le odio e le amo, come ogni uomo di questo mondo, facendoci sentire o grandi o piccini. Il mondo è femmina e noi dipendiamo da esse.

d: Infine, sembra essere molto importante la distribuzione della tua musica sul web. Sei iscritto ad una piattaforma che propone autori non sotto grandi etichette, indipendenti. La tua musica è ascoltabile su app musicali, i tuoi video sono su youtube. Qual è il rapporto che gli artisti ormai hanno con la tecnologia? E con il “mare” di internet, dove tu sembri a tuo agio, da buon marinaio?

r: Bè, se non stai al passo con i tempi...allora sei davvero fuori da ogni contesto. Quindi approfittare dei social e di qualsiasi altro mezzo atto alla divulgazione nel mondo.

d: Per finire: dove potrebbe arrivare la navigazione di Cris, quali mari solcherà e in quali lidi approderà?

r: Me lo richiederai fra qualche tempo? Come diceva il grande Battisti...lo scopriremo solo vivendo...

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