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Pasquale Scimeca Maestro del Cinema d’Arte ha inaugurato il XVII VideoLab Film Festival con la visione di Biagio e Placido Rizzotto

Gli spettatori del festival hanno gremito il Museo Archeologico di Kamarina

redazione
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Pasquale Scimeca ha inaugurato il XVII VideoLab Film Festival. Gli spettatori-cinefili ieri sera hanno gremito il Museo Archeologico di Kamarina, teatro della kermesse cinematografica. Il festival, fondato e diretto da Andrea Di Falco, e condotto da Giovanna Cascone, ha ricevuto un appassionato battesimo. Scimeca ha presentato i film che lo hanno consacrato: Biagio e Placido Rizzotto. Ad accompagnare il regista sul palco, oltre a Di Falco, sono intervenuti lo storico del cinema siciliano Sebastiano Gesù, il direttore del Vittoria Peace Film Festival Giuseppe Gambina, gli attori Biagio Barone e Omar Noto, la produttrice Linda Di Dio. «Conoscevo da tempo fratello Biagio – ha ricordato Scimeca –. Perché a Palermo è molto apprezzato. L’idea di fare un film sulla sua vita è di Marcello Mazzarella, protagonista anche di Placido Rizzotto. In quel periodo, ero preso dalla scrittura di un film sulla vita del Cristo. Per cui, mi è venuto naturale attribuire una dimensione cristologica alla figura di Biagio e al suo francescanesimo. Perché San Francesco ha fatto diventare prassi la parola di Gesù. Devo ammettere che la presenza di Biagio mi ha dato serenità. Lui non voleva che si realizzare un film. Credeva fosse un peccato d’orgoglio. Io, invece, volevo comunicare questa esperienza nella forma espressiva che prediligo: il cinema». Scimeca crede nel «nel capitalismo etico. Ho la fortuna di fare un lavoro che amo. E spero che i miei film producano piacere negli spettatori che hanno voglia di vederli. Non solo. Voglio che un film serva anche a migliorare la vita di tutti i giorni. Infatti, con i proventi di Rosso Malpelo ho realizzato dei convitti in Bolivia, in favore degli orfani dei minatori. E grazie a Convitto Falcone, ho realizzato Casa Falcone in Ecuador, per dare ricovero ai ragazzi di strada che non hanno famiglia». Il regista ha voluto parlare di un viaggio straordinario che lo ha portato in Brasile. «Sono andato - sottolinea - per partecipare al Forum sociale. E ho avuto l’occasione di conoscere Sem Terra. Un movimento contadino, che ricorda i movimenti del sud Italia, che lotta per l’occupazione delle terre. Lì, ho conosciuto la teoria della liberazione. Infatti, il movimento dei Sem Terra è costituito da frati francescani ma anche guevaristi marxisti. Mi chiedevo come fosse possibile la convivenza di matrici in apparenza così diverse. Poi, ho capito che per loro la religione è una risorsa per comprendere il popolo. E la religiosità è sempre legata alla madre terra. Non è ecologia. Ma misticismo». Il ventenne Omar Noto, tra gli interpreti di Biagio, ha parlato dell’esperienza di lavoro con Scimeca. «In realtà – ha detto – per me il gruppo di Pasquale è diventata una vera famiglia. Il mio primo film con Pasquale risale a Rosso Malpelo. Avevo nove anni». Biagio Barone ha lavorato anche con i fratelli Taviani sul set di Kaos. Ma il film che gli è rimasto nel cuore è «Placido Rizzotto. Scimeca mi ha dato la possibilità di recitare, di avere un ruolo importante. Quello di Criscione. L’amico traditore di Rizzotto. E grazie a Scimeca ho recitato anche a teatro». Linda Di Dio, ha iniziato a lavorare per il cinema occupandosi della ricerca delle location. «Poi, ho cominciato a collaborare con Pasquale Scimeca sul set di con Rosso Malpelo, nel 2007. Ormai sono anni che lavoro per la Arbash Film, la casa di produzione fondata da Scimeca». Giuseppe Gambina ha conosciuto Scimeca da vent’anni. «Tutti i suoi film sono passati dalle mie sale. Ricordo che portava la pellicola del film con sé. È sempre stato molto felice di mostrare i suoi film agli studenti vittoriesi». Stasera, il programma del XVII VideoLab prevede la retrospettiva dedicata al cinema breve di Pasquale Scimeca. Il primo corto è Viaggiu dulurusu. Un film che racconta come il viaggio di Maria e Giuseppe alla volta di Betlemme diventi un atto d’accusa contro la mafia. Il soggetto del film è ispirato alla novella Viaggiu dulurusu di Maria e lu so spusu scritta da Binidittu Annuleru nel 1738. Sempre stasera, il giornalista Gianni Molè intervista Scimeca in un incontro”OltreCinema”. La seconda serata inizia con la visione della prima parte del documentario archeologico Roma antica in 3D di Alessandro Furlan, Pietro Gariffi e Stefano Moretti. Da Kalkida a Katana è la personale che il Videolab dedica al Cinema documentario di Carmelo Nicotra tra due mari. Stasera vedremo Verso la primavera. Un film breve che racconta la storia di Antonio, apicoltore nomade, che, da anni, trasporta, grazie ad una vecchia jeep, le sue arnie da un pascolo di fiori all’altro. Il regista mostra anche un frammento di Kalkida a Katana, il documentario che dà il titolo alla retrospettiva di Nicotra. E Tredici anni dopo Kalkida a Katana. Un documentario sul quale l’autore sta lavorando da qualche mese. Il programma prosegue con la proiezione di sei dei diciotto Cortometraggi Mediterranei in concorso. I corti di stasera sono sei. El niño alcalde di Chiara Sulis racconta il sogno del piccolo Juan: diventare sindaco. La passione del bambino è seria e responsabile a differenza di quella dei politici adulti del suo paese. La red di Samuel Quiles Palop è un viaggio nella speranza che non si arrende alle evidenze. Lo sguardo incantato di un nipote e quello malinconico della nonna. La riva di Nicola Ragone mostra una coppia di coniugi mentre trascorre un’insolita giornata al mare. Bache dell’iraniano Ali Asgari narra la solitudine di due donne in una frenetica metropoli islamica: Teheran. Sinuaria di Roberto Carta mette in scena il grigiore delle infinite ore di prigionia. L’arte del taglio dei capelli è un’occasione di fuga. Il documentario che chiude la seconda serata del VideoLab Film Festival è Monte Gourougou, di Bruno Rocchi. Una collina. Una rete metallica. Un gruppo di migranti. L’Europa, e la sua promessa di libertà, distano poche centinaia di metri. I corti di domani, sabato 22 agosto sono: Varadero di Benjamin Villaverde (Spagna 2014, 18’); A questo punto di Antonio Losito (Italia 2014, 19’); Teatro di Ivan Ruiz Flores (Spagna, 15’); Fate come a casa vostra di Henry Fanfan Latulyp (Italia 2013, 16’); Gallery A di Ruggero loria (Usa-Italia 2014, 11’); Cargo di Vincenzo Mineo (Italia 2015, 10’).

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