Il territorio Ibleo, si sa, è ricco di storia, arte, cultura, abitato già da tempi antichissimi, colonizzato da popoli differenti nei vari secoli e di tanto in tanto ci regala “perle” che riemergono dal sottosuolo, testimonianze di un glorioso passato che ci riportano indietro nel tempo, a volte di molti secoli, agli uomini che qui hanno fatto la storia e che hanno significativamente segnato il territorio con la loro presenza.
Come spesso capita, grazie a lavori di manutenzione o di nuove costruzioni, saltano fuori i “tesori del passato” che non ci deludono, ma anzi continuano a stupirci come nel caso di qualche anno fa durante i lavori per la costruzione di una rotonda d´accesso all´aeroporto di Comiso, è stata scoperta una tomba greca che risalirebbe, secondo gli studiosi e gli archeologi, al V-VI secolo a.C.
La Sepoltura di età greca, è riemersa quasi intatta e con tutto il suo corredo funerario composto da vasi attici secondo l’usanza dell’epoca ( i c.d. lekythoi ) e finemente decorati -oltre che di pregiata qualità - tutti elementi che farebbero pensare ad una sepoltura di un noto o ricco personaggio dell’epoca.
La direzione degli scavi è stata curata dalla Soprintenza ai beni culturali di Ragusa e coordinati dall’ archeologo Dott. Saverio Scerra con l’ ausilio di antropologi ed altri colleghi tra cui la comisana Laura Diara, tra le prime intervenute sul sito per il recupero dei reperti e l’apertura della tomba.
Secondo gli archeologi, la tomba era indicativa della presenza di un piccolo nucleo di sepolture come altri, ritrovati nel secolo scorso nelle contrade a nord di Comiso, studiate da Biagio Pace.
Ma le sorprese non finiscono e di recente anche una villa, stavolta del periodo romano,è emersa in contrada Cifali, tra Comiso e Chiaramonte Gulfi, grazie alla collaborazione ed agli accordi tra la Soprintendenza e la Loyola University di Chicago.
Un ritrovamento importante dal quale sono riemerse, dalla polvere dei secoli, ambienti con pavimenti decorati e resti di terme del II secolo d.C., piccoli contenitori probabilmente contenenti oli o unguenti, alcuni frammenti di vetro appartenenti alle finestre.
Chissà cosa ancora ci regalerà la terra iblea, certamente altre significative prove e testimonianze del suo glorioso passato che vanno custodite e valorizzate ma soprattutto tramandate come segni di civiltà e cultura di un passato remoto e lontano ma che torna sempre a stupirci e meravigliarci.