Consiglio Comunale, la difesa di Speranza dopo la frase alla Siggia

Redazione
14/02/2022
Attualità
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Ha fatto tanto scalpore, soprattuto sul web, la frase detta dal consigliere Alessandro Speranza alla collega Sara Siggia nel corso dell'ultimo consiglio comunale. Tantissime le prese di posizione registrate, soprattutto sui social e proprio sui social Speranza ha voluto dire la sua e difendersi. Ecco il testo integrale: 

"Questi post, tanti e fuorvianti rispetto a ciò che realmente è accaduto, potevano essere evitati anche prima se tutta la vicenda fosse stata chiarita la stessa sera del Consiglio come di solito accade tra colleghi. Ma evidentemente la voglia di un attacco politico strumentale ha preso il sopravvento. Eppure casi molto più gravi accaduti in questi ultimi mesi e tutti risolti dal sottoscritto la stessa sera e nel rispetto reciproco di tutti, non sono stati dati in pasto ai Social.  Non è infatti un caso unico quello che si è verificato nel corso del Consiglio comunale del 9 Febbraio. In altre occasioni atteggiamenti poco consoni ma mai utilizzati per offendere, si sono verificati nel contesto istituzionale, con scatti di ira da parte di noi tutti consiglieri comunali. Stavolta però, la gogna mediatica si è scatenato fino al punto di essere stato ingiustamente accusato di sessismo. Mai sono stato sfiorato da sentimenti di questo tipo e questo mi addolora e mi fa pensare che nessuno mi conosce, altrimenti questo giudizio/sentenza sul mio conto non sarebbe stato emesso. In riferimento a quella seduta del Consiglio, dopo le offese ricevute dalla Consigliera, che, non accorgendosi del dialogo amichevole tra me e il consigliere di opposizione Vinciguerra, ( che presumo sia disponibile a confermare) mi ha offeso e insultato apostrofandomi con il pesantissimo giudizio di maleducato. Eppure non c'era alcuna ragione, visto che come già riferito, stavo dialogando con Vinciguerra e lei non era parte in causa. Preso alla sprovvista, sorpreso e dopo avere chiesto più volte spiegazioni alla Consigliera, sul suo comportamento, in un momento di rabbia mi sono lasciato andare rispondendo con la frase “va lava i piatti", con la stessa enfasi e le stesse motivazioni di come se avessi detto "va curchiti o va ioca". Chi mi conosce veramente, sa benissimo che non è nella mia natura offendere, non solo la collega ma qualsiasi persona, a prescindere dal sesso o dal colore della pelle, perché per me il rispetto umano non ha sesso non ha età nè tanto meno ideologie politiche.

Eppure, sono stato sottoposto a processo, con l'aggravante che ignobili speculatori, si sono scatenati e si stanno ancora scatenando, in accuse infondate, ingiurie e atteggiamenti da giustiziere, che mi mortificano e mi addolorano. Evidentemente però, non tutti siamo muniti di buon senso e quella frase incriminata viene utilizzata per aggredire e insultare.  Chiedere scusa? Certo, sono pronto, ma le scuse dovrebbero essere reciproche, se è vero com'è vero che la parità tra uomo e donna è parte essenziale del vivere civile. Gli amici, chi mi conosce in generale, continuano a chiamarmi per manifestare affetto e vicinanza nei miei confronti, con la consapevolezza che mai avrei potuto dire quella frase per sessismo. Chiedo scusa alla collega e alla mia famiglia. Quest'ultima, per essere stata coinvolta in una vicenda imprevedibile che non mi appartiene. Mia moglie, i miei figli, tutti i componenti della mia famiglia, vivono questo momento con dolore e con rammarico, consapevoli che una persona prestata occasionalmente alla politica e che lavora 12 ore al giorno, creando occupazione, non può essere scambiata per un mostro, esclusivamente perché in un momento di rabbia si è lasciata trascinare dall'impeto e perché chi ha partecipato alla competizione elettorale, con risultati negativi, si scatena ad offendere, magari per ripicca e per invidia. Meditate prima di esprimere giudizi".

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