Il “Ghost Actor” di Totó. Dino Valdi, una piece per raccontare l'ombra del Mito.

Stefano Reali
08/07/2021
Arte
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Non è noto a tutti il fatto che Totó abbia avuto una specie di sosia-controfigura, che per vent’anni ha lavorato per lui, permettendogli di fare tutta una miriade di film che l’artista napoletano, soprattutto dopo essere diventato cieco, non avrebbe mai potuto interpretare.

Quest’uomo, di nome Dino Valdi, era un grande imitatore e riusciva addirittura ad “essere” Totó, al punto da poterlo sostituire in tante scene di recitazione e non solo nei campi lunghi. Per esempio in “Uccellacci e Uccellini”, Totó giró solo qualche primo piano. Per il resto del film c’era il suo sosia, in scena, al punto che arrivó a reclamare scherzosamente come “anche” suoi tutti i premi che Totó vinse per quel film. Scherzosamente, ma non troppo. Dino Valdi aveva un grande talento, che però non potè mai esprimere, perché per tutta la vita fece esclusivamente il “Ghost Actor” di Totó.

Questa piece racconta la storia di quest’uomo, la sua vita all’ombra del Mito, l’infrangersi dei suoi sogni, fino a diventare un servo di scena, ed anche altro, liquefacendo completamente la sua personalità in cambio della sicurezza di un lavoro. Ma quanto può costare rinunciare ad esprimere se stessi, per “esprimere qualcun altro” che ne avrà tutti i benefici e gli onori?

Questa è la storia di un uomo quieto, riservato, e mansueto, che ad un certo punto smise di essere mansueto e cominció a gridare per rivendicare quello che gli spettava di diritto. Ma era troppo tardi. E la sua fine fu amarissima, dopo la scomparsa del grande comico, quando Valdi si accorse che ormai il suo talento non serviva più a nessuno. Sabato e domenica, al Campania Teatro Festival, facciamo rivivere la sua storia.

Grazie all’autrice del testo, ai miei compagni di viaggio Yari Gugliucci, Clotilde Sabatino, e Rita Pilato A Carlo De Marino e alla sua magica scenografia.

A Laura de Navasques, e ai suoi bellissimi costumi. E a David Barittoni, e il suo mirabolante light design. Grazie a Enza Felice e Nicola Canonico, sempre in trincea.

Grazie di aver reso possibile tutto questo.

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