C’è un fenomeno strano che si avverte in città.
Coloro i quali, sono stati sostenitori delle esperienze politiche ed amministrative oggetto dello scioglimento, interessate da processi in atto, coloro che hanno per anni minimizzato il ruolo degli ambienti criminali, quelli che dicevano di non dover parlare di mafia a Vittoria per non fare cattiva pubblicità, quelli che si sono dimenticati di compiere l’atto dovuto previsto dalla statuto comunale, costituirsi parte civile in tutti i processi che trattavano di mafia, quelli che hanno ammiccato con la strisciante sub-cultura paramafiosa, indicano Aiello, la sua coalizione come responsabili delle cose nelle quali sono loro coinvolti.
Se non fosse pericoloso perché evoca la retorica del negazionismo sulla presenza mafiosa a Vittoria, ossia la retorica del tutto è mafia, quindi niente è mafia, potremmo sorridere pensando al solito il bue che dice cornuto all’asino. Purtroppo, però tale atteggiamento ha rischiato e rischia ancora di normalizzare Vittoria.
Solo per questo voglio ricordare che la mafia esiste a Vittoria, ed esisteva anche quando a denunciarne la presenza, la forza e l’arroganza erano le voci che si levavano da palazzo Iacono, dalle sedi del PCI e poi del PDS-DS al governo di Vittoria. Quando la nostra città assisteva alla più becera sottovalutazione, del fenomeno, da parte delle altre forze politiche e istituzionali.
Quando la presenza mafiosa veniva derubricata come criminalità comune. Il tema quindi non è negare l’esistenza della mafia, ma sapere da che parte si sta. Noi rivendichiamo di appartenere alla storia di coloro i quali hanno stipulato un patto con la città. Il patto al quale Vittoria ha tenuto fede dal dopo guerra, quello di negare il consenso e lo spazio alla mafia, altri hanno rotto quel patto.
Noi rivendichiamo Vittoria, la città all’opposizione, quella dinamica e battagliera, altri l’hanno resa sempre più triste e priva di forza di reagire. Noi immaginiamo la costruzione del riscatto della città di Vittoria, quel riscatto che ha saputo esprimere grazie alla capacità di mobilitare le sue energie migliori, altri preferiscono normalizzarla.
Ho fiducia nella capacità di ricostruire quel patto e quel clima, quelle alleanze, quelle scelte di lotta che la città ha la capacità di esprimere. Ho fiducia perché questo è il tempo del coraggio, dove una rinnovata capacità di elaborazione politica ci porterà a superare le difficoltà e costruire una nuova narrazione della nostra Città.