San Biagio: il culto del Vescovo taumaturgo tra storia, fede e tradizione

Orazio Rizzo
03/02/2020
Tradizioni
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Oggi 3 febbraio, la Chiesa Cattolica ricorda San Biagio, Vescovo e martire, il cui culto si diffuse rapidamente in tutta la penisola ed in Sicilia in particolare.

Nato in data imprecisata del secolo III, Biagio fu fatto vescovo di Sebaste in Armenia quando nell’Impero romano era stata concessa la libertà di culto ai cristiani nel 313, sotto Costantino e Licinio. In seguito al dissidio scoppiato nel 314 tra i due imperatori-cognati, ci furono delle persecuzioni locali con distruzioni di chiese, condanne dei cristiani ai lavori forzati e uccisioni di vescovi; Biagio allora lasciò la diocesi e andò a vivere in una caverna, in solitudine.

Definito “taumaturgo”, ovvero guaritore, in quanto guariva gli animali e sanava gli infermi tracciando un semplice segno di croce; in questo giorno – infatti – è consuetudine eseguire il rito della “benedizione della gola” fatta con due candele incrociate perché, secondo un’antica tradizione, il vescovo Biagio avrebbe prodigiosamente liberato un bambino da una lisca di pesce che gli si era conficcata in gola. Da allora è invocato per le malattie della gola.

Scoperto da alcuni cacciatori e denunciato al magistrato, fu rinchiuso in prigione, e venne successivamente decapitato. Il suo culto è dei più diffusi in Oriente e in Occidente.

Il corpo del martire fu deposto nella sua cattedrale di Sebaste e nel 732 una parte di esso fu imbarcata su una nave per essere portata a Roma, ma il viaggio si interruppe a Maratea a causa di una tempesta e i fedeli accolsero le reliquie in una chiesetta sull’altura detta Monte San Biagio, in cima alla quale nel 1963 fu collocata una statua del Redentore alta 21 metri.

San Biagio è venerato anche in provincia: molte sono le chiese a lui dedicate,  anche a Vittoria, dove un intero quartiere ancora oggi è conosciuto come “san Milasi”. In  particolare il culto è profondo nella città di Comiso, in cui è celeste patrono e protettore.

i fedeli si rivolgono a san Biagio nella sua qualità di medico, anche per la cura dei mali fisici e in particolare per la guarigione dalle malattie della gola: per questo è anche patrono degli specialisti otorinolaringoiatri. È anche protettore dei cardatori di lana, degli animali e delle attività agricole.

(foto web)

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