“La recente notizia dell’iter per il riconoscimento del datterino Igp inoltrata dal Consorzio Pomodoro di Pachino non può non indurre a l’ennesimo e sconsolato grido d’allarme per l’immobilismo di Vittoria nella tutela dei propri prodotti d’eccellenza”. Con queste parole il consigliere Giovanni Moscato interviene sulla richiesdta di riconoscimento del pomodoro datterino tra le varietà tutelate con la certificazione Igp da parte del consorzio di Pachino. “Già con il pomodoro ciliegino – spiega Moscato – Vittoria ha subito un vero e proprio scippo nell’incapacità generale di difendere una delle eccellenze del territorio. La nostra città, la seconda più grande della provincia e tra le prime dieci in Sicilia, ha uno dei mercati ortofrutticoli alla produzione più grandi d’Europa, conta un novero sterminato di produttori che coltivano prodotti di altissima qualità. Eppure restiamo un triste fanalino di coda senza nessuna tutela”. “In questo senso Pachino è il fulgido esempio di organizzazione e lungimiranza a difesa delle eccellenze – prosegue il consigliere -.Tutto il contrario di Vittoria ove i politici politicanti che da 40 anni strepitano sulla tutela dei produttori non hanno lasciato nulla di concreto per tutelare i produttori e il territorio. Nonostante la nostra città abbia espresso anche assessori regionali all’Agricoltura non è stato ottenuto alcun risultato e altre realtà ci hanno nettamente staccato ritagliandosi visibilità a livello nazionale”. “Non c’è stata una politica di innovazione e di prospettiva – aggiunge Moscato – ma solo il bieco calcolo elettorale per tirare a campare. In dieci anni ancora l’amministrazione si vanta di una bozza di regolamento del Mercato mentre, intorno a noi, il mondo è cambiato. I nostri produttori sono rimasti senza tutele a lottare contro i prodotti provenienti dal Nord Africa e le logiche folli della grande distribuzione”. “Abbiamo una politica che dorme, rimasta cristallizzata negli anni ’70 e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Vittoria è rimasta senza tutele e senza una prospettiva economica. Serve un deciso cambio di passo per rivendicare, con forza, le nostre produzioni d’eccellenza che nulla hanno da invidiare alle altre".