Leggo che i Gelesi e i Messinesi, sfiduciati e stanchi di pregare santi e politici, per “un bicchiere di acqua” si sono rivolti a Fiorello. In Sicilia si parla sempre di emergenza quando succede la disgrazia, quando seccano i pozzi o vanno in frantumi le condotte, quando chiudono le discariche e non si sa dove portare i rifiuti, quando si muore di tumore e non si sa a quale santo rivolgersi. Allora? Tutti a strapparsi i capelli o cercare un capro espiatorio. Però, se qualcuno accenna ad una soluzione, ad una strategia per aggredire o tentare di risolvere uno di questi problemi, allora scatta il terrorismo psicologico e la carta bollata. La caccia all’uomo, per uccidere lui, la sua idea o il suo sogno… Torniamo al giornale La Sicilia. “Nel 1968 Leonardo Sciascia, a proposito di gente assetata” e di un finanziamento dello Stato, ironicamente profetizzava che i Siciliani entro il 2015 avrebbero risolto il problema dell’acqua. E concludeva: ”Naturalmente si aspetterà il 2014 per cominciare i lavori”. Aggiunge il giornalista Domenico Tempio: ”Lungimiranza pessimistica che rivelava come Sciascia non credesse per nulla ai miracoli”. Noi crediamo ai miracoli, ma anche alla Ragione. E in nome della Ragione sommessamente al grande scrittore (che da lassù ci ascolta) e al giornalista ricordiamo che sta crescendo un’altra Sicilia. Noi abbiamo iniziato il percorso di “conquista” dell’acqua non nel 1968 ma nel 2014. Abbiamo viaggiato, bussato mille porte, dialogato con i Grandi della Terra, e non abbiamo mollato, anche quando la battaglia sembrava destinata al fallimento (pensate alla gioia dei tanti sciacalli!). Non è facile per un sindaco di una piccola comunità dialogare alla pari con i Giganti della politica e con Enti nazionali o regionali. Non abbiamo mai mollato. Certo, siamo stati fortunati, abbiamo incontrato tante persone per bene e dirigenti responsabili, seri, collaborativi, che hanno capito l’importanza del problema e condiviso le nostre ansie e le nostre angosce e sono stati sempre preziosi consiglieri. In un anno e mezzo il traguardo è stato raggiunto, la battaglia politica è stata vinta, la comunità acatese ha vinto. Respingiamo serenamente le accuse, l’affannoso e maniacale tentativo di inquinare il clima sereno e democratico di Acate, l’assalto agli Amministratori con mezzi leciti e illeciti, con ridicoli “pappagalli” e bidoni (e qualche hollywoodiana foto). Gli Acatesi non hanno creduto agli “untori della peste nera”. GRAZIE Concittadini, perchè avete capito l’importanza storica del problema Acqua e non siete caduti nella trappola delle “tante cornacchie che svolazzano” su Acate.